Pugno in faccia dopo un diverbio in strada a Varese, la vittima: “Cerco qualcuno che abbia visto la scena”
Dopo una discussione un ciclista è stato colpito in pieno volto finendo a terra. Il suo aggressore è fuggito ma per procedere con la denuncia è fondamentale la targa

Un’auto sfiora un ciclista in viale Valganna a Varese, ne nasce un diverbio, la lite degenera e il ciclista riceve un pugno in pieno volto.
A raccontarlo è la vittima, Andrea, che da due giorni è alla ricerca di qualcuno che abbia assistito all’accaduto e magari annotato la targa del suo aggressore. «Mi stavo recando al lavoro in bicicletta e percorrendo Viale Valganna. Una macchina mi passa vicinissima, “mi fa il pelo” come si dice in questi casi – spiega a VareseNews -. C’era molto spazio nella carreggiata, mi spavento e reagisco istintivamente con un gestaccio».
Di situazioni come questa, sulle strade ne capitano moltissime, ma la vicenda purtroppo si complica: «Poco dopo, ho la possibilità di avvicinarmi alla macchina che è ferma in coda in via Carcano. Faccio notare all’autista di stare più attento e che ha rischiato di travolgermi. Ero scosso, come si può immaginare. L’uomo accosta poco più avanti, scende dalla macchina e mi blocca: inizia una discussione ma ad un tratto ricevo un pugno in piena faccia. È accaduto tutto in pochi istanti ed ero completamente impreparato, sono caduto a terra mentre il mio aggressore è fuggito».
Il tutto avviene vicino alla strada e sono diverse le persone che assistono alla scena. «Non ho avuto la prontezza di segnare la targa della macchina, so solo che era una Golf grigia. Quando mi sono rialzato, un po’ per lo smarrimento, un po’ per l’adrenalina, non mi sono accorto immediatamente delle conseguenze che avevo riportato. Mi sono poi recato in pronto soccorso perché ho accusato i sintomi del trauma cranico: nausea e forte mal di testa. Fortunatamente indossavo il casco che mi ha riparato nella caduta».
Andrea si è rivolto poi alle forze dell’ordine. «Per la denuncia è fondamentale avere la targa dell’auto e io non sono riuscito finora a recuperarla. Se qualcuno lo avesse fatto, può contattarmi».
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Gentile ciclista,
cerco di riassume la dinamica dei fatti e la prego di correggermi se la ricostruzione è errata.
1. L’automobilista non l’ha sfiorata ma le è solo passato vicino.
2. Lei reagisce a questo affronto urlando e facendo un gestaccio nella sua direzione.
3. Quando il pericolo è passato e l’episodio si potrebbe considerare concluso. Lei raggiunge l’automobilista in coda e riprende la polemica, prendendolo a male parole.
4. Lei vuole denunciare l’automobilista che ha reagito.
È corretto?
Quindi ci faccia capire….l’automobilista (e chiamandolo così sto già legittimandolo ad essere umano) è legittimato a menare le mani solo per aver ricevuto una raccomandazione relativa alla sua guida pericolosa?
Trovo strano che le forze dell’ordine non accettino la denuncia senza l’indicazione della targa: dovrebbero ricavarla loro, se possibile, dalle telecamere di sorveglianza.
In strada è sempre meglio farsi gli affari propri perchè non si può mai sapere chi si incontra. Io mi comporto così da sempre e non ho mai avuto diverbi con nessuno,anche quando me le hanno fatte grosse e si sarebbero meritati ogni sorta di insulto ho sempre tirato dritto facendo finta di nulla…non è difficile,è sufficiente contare fino a 10 e poi riflettere
Il suo è un atteggiamento prudente e timoroso in quanto in questo paese il violento è conscio di rimanere impunito. All’estero nei paesi più civilizzati verrebbe giudicato un comportamento negativo e peggiorativo per quanto riguarda il rispetto delle regole e la civile convivenza. In pratica così facendo, ovverosia fregandocene di tutto e tutti, diventiamo l’anticamera del Sudamerica…con tutto quello che ne consegue.