I sindacati: Carrefour pronta a procedura di licenziamento per 769 lavoratori in 9 regioni, c’è anche la Lombardia
La multinazionale francese della grande distribuzione organizzata Carrefour Italia ha formalizzato ai sindacati la procedura di licenziamento collettivo annunciata nelle scorse settimane
La multinazionale francese della grande distribuzione organizzata Carrefour Italia ha formalizzato ai sindacati la procedura di licenziamento collettivo annunciata nelle scorse settimane nell’ambito del confronto attivato tra le Parti sul Piano Aziendale 2022.
Sono 769 i lavoratori coinvolti dalla procedura di riduzione del personale in 9 Regioni: Valle D’Aosta, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sardegna. Sono 261 gli esuberi in 27 Ipermercati, 313 in 67 market, 168 in 10 cash&carry e 168 posti di lavoro presso le sedi amministrative di Milano, Nichelino, Roma, Airola, Gruliasco, Napoli, Rivalta e Moncalieri.
Le motivazioni
A riportare la comunicazione sono i sindacati che hanno ricevuto la formalizzazione dell’azienda: “I motivi alla base della situazione di eccedenza – si legge nella nota aziendale – sono da individuarsi nella grave situazione economico gestionale. Il complessivo calo del fatturato e dei clienti da un lato, e l’incidenza del costo del lavoro dall’altro, hanno determinato una situazione di grave squilibrio che ormai non è più sostenibile e costringe la società ad un intervento strutturale volto a riequilibrare il rapporto tra personale e fatturato”.
La dismissione dei negozi
Secondo quanto riporta la Fisascat Cisl nel Piano prospettato dalla direzione aziendale si trova anche la dismissione di 106 negozi della rete vendita diretta, di cui 82 Express e 24 Market, con il trasferimento a terzi imprenditori della rete in franchising.
Si tratta di supermercati e mini mercati a piccoli imprenditori da cedere nel corso del 2022: 41 in Lombardia, 18 in Campania, 17 in Liguria, 16 nel Lazio, 6 in Toscana, 4 in Emilia Romagna, 3 in Piemonte e 1 in Abruzzo.
Le posizioni dei sindacati
“Da una parte si proclamano esuberi e dall’altra si conservano le attività affidate a terzi (rifornimento scaffali, PLS e surgelati, spesa online), si utilizzano i somministrati e si gestiscono unilateralmente i trasferimenti. Il progressivo svuotamento dei negozi non garantisce un adeguato servizio, riduce il presidio nei punti vendita e di conseguenza rende sempre più insostenibile l’organizzazione del lavoro.” È il commento di Alessio Di Labio, segretario nazionale della Filcams Cgil che critica inoltre la scelta di avviare da subito la procedura di mobilità, volendo dettare i tempi della trattativa.
«La Fisascat Cisl – ha dichiarato il segretario generale aggiunto della federazione cislina Vincenzo Dell’Orefice – ritiene non percorribile la strada di un confronto finalizzato unicamente a consentire licenziamenti e cessioni di negozi a terzi». Il sindacalista sollecita «Carrefour Italia ad integrare il proprio piano d’azione con delle parti relative alla prospettiva futura della rete a gestione diretta in Italia». A cominciare da «un dettagliato piano di investimenti sulla rete commerciale fisica, che presenta, in moltissimi casi, difetti strutturali che rendono sempre meno fruibili i punti di vendita e che, sovente, finiscono per allontanare la clientela dal marchio». Per poi intervenire con «un focus sull’ipermercato, format che nell’ambito dell’organizzazione aziendale della multinazionale francese in Italia riveste un ruolo significativo, anche in termini di occupati, e che, pertanto, va necessariamente rilanciato, se effettivamente Carrefour vuole restare nel nostro Paese». E quindi «dalla definizione di un protocollo sulle condizioni di lavoro e di trattamento del personale dipendente impiegato nel ramo franchising e nelle attività terziarizzate».
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