Il TAR della Lombardia sospende lo sgombero delle famiglie sinti di Gallarate
I giudici amministrativi hanno fatto un primo esame del ricorso proposto dalle poche famiglie tornate nell’area attrezzata di via Lazzaretto, bloccando l'ordinanza del Comune. L’avvocato: “Sono lì perché il Comune assegnò terreno nel 2007”
Il TAR della Lombardia, con ordinanza pubblicata oggi, ha sospeso l’ordinanza che imponeva lo sgombero (ancora da eseguire) alle famiglie sinti che erano tornate, nella primavera scorsa, nel campo di via Lazzaretto, già sede dell’area attrezzata individuata nel 2007.
«L’ordinanza di sgombero di luglio 2021 è stata sospesa e non può essere eseguita» riassume l’avvocato Luca Bauccio, legale delle famiglie sinti. Che va al nocciolo della questione giuridica: «È molto importante che sul piano giuridico – al di là delle polemiche di questi mesi in cui non entriamo – sia emerso chiarissimo che la piccola comunità dei miei assistiti non occupava abusivamente l’area in cui si trova: era lì in forza di una ordinanza del Comune di Gallarate del 2007».
Il riferimento è appunto all’assegnazione dei terreni di via Lazzaretto 14 anni fa, in carica l’amministrazione di Nicola Mucci: seppure presentata come temporanea, era quella una assegnazione ufficiale da parte del Comune. Per il TAR – stando alle carte – è una ordinanza mai revocata, “neppure richiamata nei provvedimenti” del Comune, vale a dire appunto neppure citata nell’ordinanza di sgombero del 2021.
Il campo come si presentava nel 2016Le famiglie sinti e il loro legale hanno ottenuto l’accogliemento della sospensiva. Ripartendo dalla validità dell’assegnazione del 2007 dell’area in via Lazzaretto, l’avvocato Baucciorilegge gli ultimi tre anni della vicenda e sottolinea che «lo sgombero del 2018 fu uno sgombero illegittimo, un atto di forza». E allo stesso modo anche l’ordinanza e le pressioni dell’estate scorsa sono illegittime: «Quel che è accaduto nell’agosto di quest’anno era un atto abusivo», dice ricordando la richiesta di allontanamento fatta dall’amministrazione Cassani con modalità anche spettacolari (fu inviata in posto una ruspa).
«La lezione da trarre da questo primo risultato sarebbe meglio cercare dialogo e soluzione dei problemi, per cui noi siamo sempre disponibili. I miei assistiti hanno vissuto per tre anni in condizioni di grande sofferenza, nonostante avessero diritto ad accedere ad acqua e luce regolarmente. Dal 2018 molte famiglie se ne sono andate, ai miei assistiti basterebbe anche una piccola area, di quelle individuate nel 2007».
Si torna in camera di consiglio il 12 gennaio 2022. L’eventuale ripartizione delle spese processuali sarà definita in seguito, quando si passerà all’esame di merito.
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come si mantengono queste persone ?
cosa fanno per vivere ?
ed hanno anche un avvocato ?
potrebbe occuparsene lui al loro sostentamento…potrebbe ospitarli tutti a casa sua o magari dividerseli con quelli del “TAR”.
quando in italia si smetterò di fare i buonisti ed iperbenisti ?
c’è tabto bisogno di LEGALITA? !!!!
un pò di rispetto nei confronti della gente per bene che lavora