Il tempo del recovery fund e la critica giornalistica a Glocal
Se ne discute venerdì 12 novembre dalle 16 alle 18 nella sala Campiotti della Camera di Commercio con Tomas Miglierina corrispondente da Bruxelles per Radiotelevisione svizzera, Massimo Gaudina, capo rappresentanza della Commissione UE a Milano e gli europarlamentari Isabella Tovaglieri (Lega) e Brando Benifei (PD)
Sul recovery fund si è detto tutto e il contrario di tutto. Sconfinare nella critica sterile che «si poteva fare meglio» o «anche altro», senza specificare cosa, è stata la modalità preferita da chi non aveva argomenti sostanziali. D’altronde misurarsi con quello che è stato definito il Piano Marshall del XXI secolo, non è un esercizio semplicissimo, soprattutto se non si dispone di un bagaglio culturale adeguato. E così, spesso ci si è concentrati sul quantum, i soldi, e non sui contenuti che hanno bisogno di argomentazioni più solide e articolate.
La risposta europea alla crisi pandemica è una vera rivoluzione che apre una nuova fase politica nelle relazioni tra gli stati membri e la stessa Unione. Certo, 250 miliardi che arrivano da Bruxelles da spendere nei prossimi tre anni e da restituire solo in parte, dopo anni di austerità e contenimento della spesa pubblica, possono creare un certo disorientamento, ma è innegabile che c’è stata una sproporzione enorme tra il tema dei soldi e dei finanziamenti, rispetto alla progettualità e ai contenuti del Pnrr, trattati dai media in un modo spesso superficiale, declinati su due parole d’ordine generiche, green e sostenibilità, sul cui significato c’è poca chiarezza. Parole che vengono usate a sproposito e con riferimenti molto deboli.
In questa fase la parola forse più importante è “transizione“. Lo sanno bene gli imprenditori che lavorano nel settore dell’energia. Non c’è un interruttore che una volta girato mette in azione il cambiamento. È un processo lungo, anche se si continua a dire che non c’è tempo. È un cambiamento culturale, ancora prima che economico. È quasi un salto antropologico.
Ci sono interi asset strategici che oggi poggiano su valori quali la relazione, l’ambiente, il rapporto con il territorio che fino a ieri erano a dir poco residuali o considerati naïf. Adriano Olivetti diceva che «oltre al profitto, ci sono altri fini» per dire che non era preoccupato del profitto, ma di come renderlo giusto. E quando si parla di economia la definizione più corretta sarebbe quella di economia integrale, cioè che integra necessariamente questi fini (valori) nei suoi processi.
I tempi per parlare di queste cose al grande pubblico sui giornali è ormai maturo. Per secoli ci siamo chiesti per cosa facciamo le cose o come le facciamo. La domanda a cui dovremmo rispondere oggi è perché le facciamo e soprattutto per chi le facciamo.
Di questo e di molto altro si parlerà a Glocal nell’incontro di venerdì 12 novembre dalle 16 alle 18 nella sala Campiotti della Camera di Commercio di Varese con l’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri, il capodelegazione del Partito democratico al Parlamento europeo Brando Benifei, Massimo Gaudina, capo rappresentanza della Commissione UE a Milano, e Tomas Miglierina corrispondente da Bruxelles, Radiotelevisione svizzera Rsi.
Modera Michele Mancino vicedirettore di Varesenews.
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