Un team di scienziati del Politecnico sulle tracce della sostanza chimica che ammorba la Valle Olona

Alfa srl, che finanzia il progetto, ha voluto presentare i risultati ottenuti e quelli attesi dal lavoro del team di ricercatori dell'ateneo milanese che sta lavorando sulle acque reflue tra Olgiate e Castellanza

alfa puzze olona

La strada per arrivare a dare un nome e un cognome alla sostanza o alle sostanze che, magari combinate tra loro, ammorbano l’aria dei residenti nei comuni di Olgiate Olona, Castellanza e Marnate che vivono a ridosso del depuratore di Alfa, è tracciata ma è difficile dire quando si potrà stampare la carta d’identità.

Questa mattina Alfa srl, il gestore idrico della provincia di Varese, ha voluto fare il punto schierando due ingegneri che si stanno occupando da vicino della vicenda (oltre a vivere nelle aree interessate, ndr) Anna Lisa Berni e Fabio Bandera, oltre alla professoressa Laura Capelli del Politecnico di Milano, a capo di un team di 7 ricercatori e analisti che stanno lavorando ad un metodo del tutto innovativo per scomporre le particelle che compongono l’aria maleodorante sprigionata da alcuni scarichi fognari in via Isonzo.

È lì che si stanno concentrando le ricerche grazie all’ausilio di un naso elettronico collegato a due sonde che prelevano campioni di acque reflue e di aria ogni qual volta si registra un picco di odori.

Si tratta di un macchinario da 15 mila euro che il team di ricercatori del politecnico ha tarato con un paziente lavoro di adeguamento e machine learning che permette di rilevare la presenza e l’intensità di questi effluvi che condizionano da anni la vita di centinaia di cittadini.

«Siamo in quella che potrebbe essere l’ultima fase di un lavoro iniziato nel novembre del 2019 e proseguito fino ad oggi con grande pazienza e tenacia – spiegano di due ingegneri di Alfa che fanno da collegamento con la professoressa Capelli -. Nella prima fase abbiamo individuato l’area geografica in cui questi odori si creano ed è chiaro che non è all’interno del nostro depuratore ma nella rete fognaria».

La seconda fase si è aperta ad aprile di quest’anno quando Alfa ha deciso di far prevalere la responsabilità sociale verso il territorio in cui opera, rispetto alle competenze che non aveva «e proprio per questo ci siamo rivolti al Politecnico con un nuovo contratto di ricerca che ha come obiettivo scoprire la formula chimica della sostanza che genera questo odore, da dove arriva e perché c’è».

La professoressa Laura Capelli ha spiegato che «si tratta di un complesso modello di ricerca che non ha eguali al mondo. Stiamo facendo ricerca pura in un territorio abbastanza sconosciuto. I primi risultati preliminari ci avvicinano alla soluzione ma non hanno ancora dato un nome e cognome alla sostanza che potrebbe essere una o il risultato dalla combinazione di diverse sostanze tra loro».

Quanto tempo ci vorrà per identificare i composti che causano l’odore è difficile da dire: «Sono molte le variabili in gioco e la mole di dati necessaria non è ancora sufficiente a darci delle risposte univoche. Siamo certi, però, di essere sulla strada giusta».

La professoressa non ha voluto sbilanciarsi sul ruolo, da molti avanzato, delle aldeidi e delle deroghe provinciali agli scarichi sostenendo che «quel tipo di sostanza è una di quelle prese in considerazione, così come altre o in combinazione. Per quanto riguarda gli scarichi in deroga non ci possiamo sbilanciare ed è un altro elemento che fa parte dello studio».

A margine dell’incontro va sottolineata l’assenza di Ats Insubria e di Arpa, due enti che si occupano della salute in generale dei cittadini e della qualità dell’aria, nonostante fossero state invitate da Alfa. Soprattutto quest’ultimo ente, nonostante le sollecitazioni, è sembrato essere il convitato di pietra dell’incontro: «L’aria non è l’elemento di cui Alfa si occupa – hanno sottolineato più volte da Alfa -, ricordiamo che ogni sacca d’aria analizzata costa 1000 euro e fino ad oggi la nostra società ha investito in questo studio oltre 50 mila euro».

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Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Novembre 2021
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