Casa Marcora ritrova lo smalto, senza cancellare 91 anni di storia
Dopo alcuni piccoli distacchi di materiale è stato avviato un restauro completo della facciata. Che ha valorizzato i materiali e "riscoperto" anche la ricca decorazione sulla facciata appena sotto al tetto

Ritrova smalto Casa Marcora, ma senza che il restauro cancelli una storia di 90 e più anni: da pochi giorni si è concluso l’ampio intervento sull’edificio neoromanico di via Cavour, nel centro di Gallarate, con un ripristino dei materiali della facciata e anche con il restauro del fregio dipinto, un piccolo tesoro che sfugge ai più.
L’edificio di Casa Marcora, costruito sul finire degli anni Venti e completato già nel 1930 (come attestano proprio i fregi affrescati), è un buon esempio di neoromanico, con il suo uso del mattone e della pietra nel comporre la facciata su via Cavour, mentre all’interno incuriosisce la decorazione e l’uso audace del colore, con la presenza del rosso e delle tessere di mosaico azzurro-verdi.
L’intervento, come detto, ha toccato l’esterno: «L’edificio è caratterizzato da una decorazione materica che è creata dall’uso dei materiali nei diversi elementi, ammorbiditi dalla composizione della facciata» racconta l’architetto Francesca Scalise, che ha curato il progetto con il suo studio Architettura e Paesaggio (che ha sede proprio nel palazzo). Come anche in altri edifici cittadini (come Casa Quadrelli), pietra grigia, cemento decorativo e mattoni sono materiali che non ostentano ricchezza, mentre la ricchezza sta nel disegno dell’edificio.

«L’idea alla base del progetto era di non arrivare a lasciare un palazzo candido e lucido, ma di lasciare la patina del passato, che racconta la storia dell’edificio» spiega ancora l’architetto Scalise. L’intervento è stato sollecitato da alcuni piccoli distacchi di materiale cementizio usato nei balconi, che hanno spinto la proprietà a investire in una cura particolare. «Anche i balconi in cemento sono stati tutti recuperati, puliti, integrati e alla fine non verniciati ma “spugnati” per uniformare il nuovo al vecchio».

Il restauro ha poi consentito di salvaguardare anche il fregio dipinto sotto gronda, elemento insolito e sconosciuto ai più, che richiede di alzare lo sguardo, osservando dal lato opposto della via nel centro storico di Gallarate. È stato in alcuni punti integrato là dove era rimasto troppo ammalorato, «ma anche qui rispettando la storicità». Il restauro è stato curato da Restauri e Decorazioni Artemisia, di Sesto Calende.

La storia dell’edificio si intreccia anche con quella della famiglia Cattaneo, i proprietari che da più di trent’anni si prendono cura dell’edificio. Gian Carlo Cattaneo è il proprietario che ha acquisito l’edificio negli anni Ottanta. «Quest’anno ha compiuto 90 anni, essendo nato a luglio 1931» dice il figlio Giacomo, sottolineando la corrispondenza con i 90 anni della casa, che venne completato nel 1930, come attesta appunto una data riportata nel fregio sotto gronda. Giacomo Cattaneo «Un piccolo ringraziamento vorrei poi farlo al Commissario Capo Silvia Rota e al Istruttore Roberto Santicchia della Polizia Locale, che ci hanno assistiti per le procedure di cantiere».
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