Il Centro Diagnostico Italiano acquisisce il Centro SME di Varese
La struttura che oggi ha sede al Campus di via Pirandello ha già in programma un ampliamento di spazio e di offerta per il 2022. Il dg di CDI Carli: «Rafforziamo il nostro legame con la città di Varese»

Cambia il panorama dei grandi centri medici, con ripercussioni anche all’interno della Città Giardino e della provincia. Il CDI – Centro Diagnostico Italiano – ha infatti acquisito il Centro Medico SME, presenza importante da molti anni a Varese con sede oggi nei locali del Centro Campus di via Pirandello.
La mossa completa una serie di ampliamenti messi in atto da CDI, un gruppo (presieduto da Diana Bracco) che in Lombardia è presente con 31 strutture e che nell’ultimo anno ha tra le altre cose trasformato la propria sede varesina in poliambulatorio (da punto prelievi) e ha acquisito il CRR di Besozzo che nell’agosto scorso ha cambiato nome assumendo la denominazione della nuova “casa madre”.
Il centro SME ha già in programma un ampliamento della propria gamma di servizi nel 2022: la struttura si svilupperà su tre piani e su oltre 1000 metri quadrati di superficie, aggiungendo un poliambulatorio e un punto prelievi all’offerta già presente. Attualmente sono trenta i professionisti che compongono lo staff dello SME di Varese, coordinati dal dottor Alfredo Goddi; i medici impiegati sono esperti delle diverse sub-specialità della diagnostica per immagini, da sempre la principale area di azione del centro.
«La scelta di acquisire il Centro Medico SME nasce dall’elevata qualità dei servizi che la struttura eroga e dal fatto che è accomunato con il Centro Diagnostico Italiano dall’impegno di dotarsi sempre della più recente tecnologia di diagnosi – ha detto il direttore generale di CDI, Renato Carli – Ciò consente di dare ai nostri pazienti le più accurate risposte e favorire il miglior trattamento. Con questa acquisizione rafforziamo ancora di più il nostro legame con il territorio di Varese: sin dalla sua nascita, oltre 45 anni fa, il Centro Diagnostico Italiano ha fatto della capillarità lo strumento più importante per raggiungere l’obiettivo di garantire elevati standard di prevenzione, diagnosi e cura al più ampio numero di pazienti sul territorio».
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