Emergenza bronchioliti: audizione degli specialisti in Commissione sanità
L'alto numero di casi che si è registrato tra novembre e inizio dicembre e che ha riguardato soprattutto bimbi sotto i sei mesi di vita ha imposto un potenziamento delle pediatrie. Al Niguarda istituito il centro di riferimento

(immagine di repertorio)
Pediatrie lombarde in difficoltà per i casi di bronchioliti. L’epidemia che ha colpito i bambini, soprattutto quelli al di sotto dei sei mesi di vita, è stata al centro di un approfondimento voluto dal Presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia Emanuele Monti. Sono stati ascoltati Raffaele Badolato (Società italiana di Pediatria), Giovanna Mangili (Società italiana di Neonatologia), Marina Picca (Società italiana di Cure primarie) e Graziano Barera (San Raffaele).
«Ho voluto convocare con celerità questa audizione per rendere edotta la Commissione Sanità circa il picco di casi di bronchioliti che hanno caratterizzato la fascia d’età pediatrica e neonatale nell’ultimo mese. Regione Lombardia sta seguendo da vicino l’evolversi della situazione e grazie all’attività quotidiana del Coordinamento regionale delle terapie intensive ha predisposto un efficace piano di intervento. Solitamente, i picchi di infezioni alle vie respiratorie dei più piccoli si registrano nei mesi di marzo e aprile. L’escalation di ricoveri registrati nel mese di novembre e nei primi giorni di dicembre, per lo più di bambini con meno di 6 mesi di vita, ha richiesto un impegno particolare dei reparti ospedalieri, già impegnati nella gestione ordinaria delle patologie pediatriche».
«Abbiamo aumentato i posti letto per la degenza e l’area di osservazione, abbiamo attivato il Niguarda come hub di riferimento e potenziato i pronti soccorso pediatrici. Siamo pronti a gestire nuove ed eventuali recrudescenze di infezioni di questo tipo. Il Centro regionale per il controllo delle malattie infettive che è stato istituito dalla legge di potenziamento della sanità lombarda, di cui sono stato relatore, servirà come collettore fra l’andamento epidemiologico e i piani di intervento» conclude Monti.
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