Inaccettabile posticipare o condizionare l’apertura delle scuole
La lettera aperta al sindaco Galimberti dei comitati Prima a scuola e #GiùLeManiDallaScuola con cui i genitori chiedono che sia evitata il più possibile la DAD
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta scritta dai comitati Prima a scuola Varese e #GiùLeManiDallaScuola al sindaco di Varese Davide Galimberti per chiedere che la riapertura delle scuole a gennaio non sia messa in discussione: né posticipata, né condizionata.
Gent.mo Sindaco Galimberti,
i Comitati #giùlemanidallascuola e Prima a Scuola Varese, parte della Rete Nazionale Scuola in Presenza, esprimono fortissima preoccupazione per alcune dichiarazioni da parte di rappresentanti delle Istituzioni riguardanti la ripresa delle lezioni dopo le festività natalizie.
Leggiamo infatti di presunti prolungamenti delle vacanze sino a febbraio, screening di massa ai bambini e ragazzi per poter tornare a scuola in presenza (a fronte di un tracciamento dei sintomatici completamente saltato) e libertà di manovra a sindaci e amministratori di Regione sulla sospensione delle lezioni in presenza: esattamente lo stesso copione dell’anno scorso, nonostante la sentenza n. 37/2021 della Corte Costituzionale stabilisca che, in emergenza compete all’autorità dello Stato e non alle singole Regioni tenere le fila in materia di profilassi nazionale.
Riteniamo inoltre irricevibile la lettera indirizzata al governo dal presidente dell’ALI (Autonomie locali italiane) Matteo Ricci, che Lei ha firmato, affinché sia introdotto “subito” il green pass nelle scuole: tale proposta comporterebbe infatti una radicale limitazione del diritto all’istruzione, non accettabile per una società che voglia dirsi autenticamente democratica.
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Tutto questo si inserisce nel contesto di una situazione locale a Varese e provincia in cui già moltissime scuole, in maniera del tutto arbitraria e contraria ai principi espressi dai decreti varati dal Governo già durante l’estate, hanno fatto ricorso alla DAD in maniera del tutto inappropriata: la DAD è stata utilizzata dalle scuole per effettuare i c.d. “open day”, per aspettare le direttive di ATS o per altri motivi che non esitiamo a definire futili, aggravando una situazione già drammatica dovuta ai ritardi di ATS nel tracciamento dei casi scolastici.
Da ultimo, come Lei ben sa, l’intera scuola di San Fermo ha chiuso quasi 15 giorni prima delle vacanze natalizie, in contrasto con le norme previste dai Ministeri dell’Istruzione e della Sanità, perché gli insegnanti a fronte di alcuni casi limitati a poche classi hanno “votato” per non rientrare a scuola in presenza.
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Ci chiediamo come questa situazione possa essere tollerata da Lei e dalla sua Giunta: i genitori di Varese e provincia reclamano a gran voce che sia evitata il più possibile la DAD e che si mantenga il più possibile una situazione di “normalità” per i propri figli.
Cogliamo l’occasione per ricordare che il Consiglio di Stato, nei mesi scorsi, ha dichiarato illegittimi i provvedimenti governativi di chiusura “preventiva” delle scuole effettuati durante lo scorso anno scolastico. Provvedimenti presi con una situazione epidemiologica relativamente tranquilla, ma comunque peggiore di quella attuale, e in assenza della copertura vaccinale oramai presente oggi per tutto il personale scolastico e per gran parte della popolazione.Reputiamo dunque inaccettabile parlare ancora di chiudere le scuole senza che la cosa susciti perlomeno indignazione. Le stesse linee guida nazionali varate prima dell’inizio dell’anno scolastico parlano chiaramente di scuola in presenza anche in zona ‘rossa’ e limitano fortemente il potere d’intervento degli amministratori locali; amministratori che hanno purtroppo dimostrato di voler optare per scelte demagogiche e legate a fattori emotivi agenti in una parte della popolazione, più che a motivate evidenze epidemiologiche e scientifiche.
Sul piano degli studi scientifici, sappiamo ormai che la scuola è uno degli ultimi setting di contagio, stante la rigidità dei protocolli previsti al suo interno, e che la contagiosità si attesta su percentuali che gravitano intorno al 2% della popolazione scolastica. Al momento apprendiamo dai media notizie allarmistiche circa l’aumento dei casi in età scolare, tuttavia va sottolineato che tale aumento è presente in tutte le fasce d’età, e in particolare in ambito scolastico è dovuto anche ad un’attività di tracciamento capillare (due test per ogni studente in classe in caso di positivo).
La stessa comunità scientifica è inoltre ormai concorde sui gravissimi danni causati dalla chiusura delle Scuole e dalla DAD sulla salute di bambini e ragazzi sul piano psicologico, sociale, cognitivo, relazionale: la scuola è salute, e continuare a privare i minori di questa fondamentale esperienza di crescita a causa anche di continue quarantene “precauzionali” (laddove all’estero non hanno chiuso quasi mai, neanche in piena emergenza) o imporre ancora paletti alla frequentazione sta alimentando il loro disagio.
Questo viene testimoniato anche da un peggioramento dei dati riguardanti il loro equilibrio psicofisico: i dati della Società Italiana di Pediatria (Sip) dicono che sono aumentati del 147% gli accessi per “ideazione suicidaria”, seguiti da depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78.4%).
Queste evidenze stanno distruggendo intere famiglie e Comunità.È per questo che la Rete Nazionale Scuola in Presenza ha scritto sia al governo e agli enti locali chiedendo di evitare che venga preso qualunque provvedimento che limiti il diritto alla Scuola in presenza degli studenti.
Riteniamo inaccettabili le dichiarazioni che vanno in controtendenza rispetto a queste chiare indicazioni, da qualsiasi forza politica esse provengano, e chiediamo in maniera decisa che nessuno metta ancora in dubbio la riapertura regolare delle Scuole dopo le festività natalizie, né che la condizioni ad altre misure precauzionali non giustificate dall’evidenza scientifica ed epidemiologica.Diversamente, come già fatto lo scorso anno con numerosi esiti giuridici positivi, non esiteremo a difendere il diritto all’istruzione degli studenti italiani, la loro salute e, conseguentemente, il futuro del Paese, in tutte le sedi e con tutti i mezzi opportuni.
Comitati Prima a Scuola Varese e #giùlemanidallascuola
Rete Nazionale Scuola in Presenza
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