La consulenza sfora il budget? Cna lancia il suo “smartclub” dove gli esperti sono in condivisione
Sono molte le piccole imprese, in particolare le startup, che avrebbero bisogno di competenze mirate per poter crescere e migliorare. Ma non sempre questi servizi sono sostenibili. Per questo Cna propone il suo "coworking" delle professionalità
I santi rimangono fulminati sulla via di Damasco, gli imprenditori su quella di Copernico. Con la sua solita franchezza Luca Mambretti, presidente di Cna Varese, ammette che nel 2019 non sapeva nemmeno cosa fosse un coworking, ma è bastata una visita alla sede milanese di Copernico a fargli accendere una lampadina in testa.
È vero, non dovrebbe sorprendere, essendo Mambretti un imprenditore. Sta di fatto che dalla visione iniziale è passato nel giro di poche ore alla progettazione coinvolgendo i dirigenti e i quadri di Cna Varese, tra cui Francesco Romano e Gualtiero Fiorina.
LE PICCOLE IMPRESE HANNO BISOGNO DI SOLUZIONI PROFESSIONALI AVANZATE
Non si trattava di replicare l’iniziativa di Copernico, ma di seguirne l’ispirazione: aggregare le competenze necessarie per permettere alle piccole imprese, in particolare le startup innovative, di accedere con maggiore facilità a soluzioni professionali avanzate. Insomma, garantire, soprattutto nella delicata fase iniziale, una consulenza su tutti quegli aspetti che in genere il piccolo imprenditore trascura per mille motivi, che vanno: dalla mancanza di tempo alla inconsapevole sottovalutazione di alcune scelte, per arrivare al problema dei problemi, ovvero i costi. Aspetti che però possono fare la differenza tra la morte e la sopravvivenza di un’impresa.
UNA NUOVA STRUTTURA CHE ACCOMPAGNI LE IMPRESE
L’idea di Mambretti si basa su questa considerazione: se un piccolo imprenditore o un giovane startupper vive la consulenza come un costo, nella maggior parte dei casi insostenibile, occorre creare una struttura che lo sostenga, quando ci sono le condizioni per farlo, che ribalti quella visione accompagnandolo con coerenza nel suo cammino.
La struttura ora c’è e si chiama Cnasmartclub ed è stata presentata nella sede di Comonext di Lomazzo, un innovation hub e incubatore di startup, che in un vecchio cotonificio ristrutturato ospita 140 imprese, per lo più innovative, che danno lavoro complessivamente a 900 persone. Una scelta non casuale, almeno come buon viatico, quella di Cna Varese che, insieme a Cna Lario – Brianza e con la benedizione di Cna Lombardia, ha presentato il nuovo network al pubblico.
Comonext e l’iniziativa di Cna, seppur con dimensioni diverse, vanno nella stessa direzione, indicata da Enrico Lironi, presidente dell’incubatore comasco, intervenuto alla presentazione di Cnasmartclub: «L’ambizione è seguire queste imprese per creare la futura classe imprenditoriale del paese facendo crescere e sostenendo giovani innovativi, aiutandoli anche a rientrare dall’estero».
Nelle parole di Lironi c’è una nota patriottica, che è piuttosto in sintonia con il pensiero di Mambretti, amministratore delegato della nuova creatura, e con il presidente Pasquale Diodato, numero uno di Cna Lario e Brianza. Per dirla con le parole di Stefano Binda, segretario regionale di Cna Lombardia, «Cnasmartclub è un agente fluidificante», in grado di colmare le mancanze di un ecosistema non sempre in grado di rispondere in modo adeguato alla domanda di competenze specifiche per quella dimensione di impresa.
L’ALLEANZA TRA FORMAZIONE E IMPRESA TECNOLOGICA
L’impostazione di Cnasmartclub è molto concreta. Il managing director Bruno Chinaglia parla di «Quattro pilastri fondamentali del percorso consulenziale», ovvero: numeri, persone, mercati e tecnologie. Con interventi ritagliati sulle imprese secondo i fabbisogni che sono ben diversi da startup a post-startup.
Determinante per le imprese innovative sarà la capacità di fare formazione. Paolo Giacon, direttore generale Cna Formazione-Ecipa Lombardia, dice che gli strumenti ci sono, così come le risorse. In Lombardia «c’è un tesoretto di 50mila euro a disposizione per ciascuna impresa». Ci sono fondi interprofessionali, non solo per grandi imprese, e il fondo sociale europeo ,non solo per disoccupati in cerca di occupazione. «Sono strumenti chiave che riguardano la formazione anche degli imprenditori – spiega Giacon – e l’alleanza tra formazione finanziata da una parte e impresa tecnologica dall’altra può dare vita a notevoli opportunità».
In questo quadro Regione Lombardia gioca un ruolo fondamentale perché oltre «a coprire i costi della formazione, eroga per i neoassunti ulteriori 8mila euro. È uno strumento rivoluzionario». A fronte di queste possibilità, solo il 4% delle imprese italiane usufruisce dei fondi. Un dato che dovrebbe far riflettere sulle possibilità inespresse del sistema imprenditoriale italiano.
L’EDUCAZIONE FINANZIARIA
C’è molto da fare anche sul piano della consulenza finanziaria. E se una startup o una piccola impresa innovativa non ha la forza per pagare un Cfo (Chief financial officer), cioè un manager che si occupi di finanza per finanziare l’impresa, non è detto che debba rinunciare alle opportunità offerte dagli erogatori presenti sul mercato. «Bisogna fare ancora molta cultura in questo senso – spiega il consulente Stefano Gussoni – le risorse vengono erogate a più livelli e con varie modalità, dai contributi a fondo perduto a quelli in conto interesse, passando ai crediti di imposta. A queste risorse si sommeranno anche quelle del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr) sono tutte opportunità da cogliere».
Il dado è tratto: è nato il Cnasmartclub.
Fare formazione non è più un costo, ma solo il 4% delle imprese usa i fondi a disposizione
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