La pressione di Denik, l’orgoglio di Egbunu. Gentile e Keene dietro la lavagna
Il play italiano ispira la difesa più reattiva della ripresa, il pivot è lo specchio fedele della OJM, prima disastro e poi riscossa. Male il nuovo arrivato: senza di lui la squadra gira meglio
KELL 6 – Continuiamo a pensare sia un bell’acquisto, concreto e intelligente nel suo stare in campo. Trey si porta a casa una buona prova offensiva (16 punti) pur con percentuali non scintillanti e ha il merito, almeno, di condurre una pallacanestro lineare in mezzo a tanti architetti matti. Sarebbe anche la garanzia in lunetta perché fa 9 su 11, ma uno dei due errori è pesantissimo, nel finale di gara. In difesa invece, specie nella prima parte, soffre troppo la classe, l’esperienza e la mano di Rich. Male lui, ma male anche chi avrebbe dovuto mandargli i rinforzi.
GENTILE 4 (IL PEGGIORE) – Se umanamente lo si può capire – arrivava da un dubbio sfondamento commesso e da un paio di fischi indigesti – dal punto di vista della squadra la sua cacciata non è giustificabile. Vero che da quel momento Varese ha finalmente cambiato volto, sfoderando la rabbia e l’orgoglio di fallaciana memoria, però non ci sentiamo di ascrivere questo fatto nei meriti di Gentile e della sua pagella. Anche perché comunque, fino a lì, l’ala aveva collezionato errori a nastro.
BEANE 6,5 – Torna in campo su mezza gamba dopo essere finito KO per i crampi: un premio al valore se lo merita anche. Restando al basket giocato, è uno di quelli che più si gasa nella ripresa ma come al solito alle cose egregie aggiunge forzature e imprecisioni. Una di queste arriva quando ha per le mani il pallone del sorpasso nel quarto periodo, sprecato per troppa foga. Partita in fondo onesta, volenterosa, vivace ma senza il premio finale.
SOROKAS 5 – Stavolta l’amuleto lituano non funziona contro i lunghi napoletani: gli mancano anche quei guizzi magari un po’ arruffoni ma energici visti a Pesaro, gli manca la prodezza estemporanea, la giocata che non t’aspetti. Anzi, una volta è protagonista ma in negativo, quando arma il braccio per la schiacciatona e viene respinto con perdite da Lynch. Rimbalzato come uno in bermuda e maglietta pataccata all’ingresso della discoteca fighetta.
DE NICOLAO 6,5 – Incassa le lodi di Vertemati in qualità di “ispiratore” della difesa serrata sulla palla nella difesa, e su questo il coach ha ragione. Denik dà il buon esempio ai compagni di reparto e nel terzo quarto trova anche una bella tripla che però resta l’unica prodezza in attacco. Si fosse ripetuto nell’overtime (bomba fuori di sfortuna, errore in sottomano), forse la trama del finale sarebbe stata differente. Forse è lui l’MVP Winelivery dei nostri lettori, che hanno preferito la voce “altri” rispetto ai giocatori indicati nel sondaggio.
Nella partita dai mille volti, l’Openjobmetis perde ancora. Napoli fa festa al supplementare
EGBUNU 6,5 (IL MIGLIORE) – Lo specchio fedele della partita di Varese. Nel primo tempo è travolto tanto da Lynch quanto da Zerini, ed è pure infilato dai piccoli ospiti in entrata come fosse carne da spiedo. Mai nella posizione più adatta, come se non avesse una regola da seguire. Poi anche dalle sue parti è scattato l’orgoglio: schiacciate, movimenti giusti, tanta voglia di farsi notare. Con – e anche qui segue del tutto il cammino della OJM – la peppa tencia dei tiri liberi. 5 su 13, il potenziale disperso, le frecce giuste fuori bersaglio. Lo segnaliamo come MVP viste le cifre mostruose (23+15, 32 di valutazione), ma ci rimane più di un dubbio.
FERRERO 5 – Poco utilizzato, forse, ma il tabellino segnala ugualmente 10′ sul campo. Magari andava messo prima, a fare bagarre e a provare la sua tripla; il fatturato però è davvero bassissimo. E quando tira la mannaiata d’ordinanza, ha anche la sfortuna di veder l’avversario fare comunque canestro.
JONES 5,5 – Un’altra partita dove c’è sostanza, dove c’è impegno, dove c’è grinta. Il tabellino è buono e non è di quelli “aggiustati” quando la gara è già in archivio (15 punti, 11 rimbalzi), il problema sta piuttosto nelle scelte. Va a schiantarsi diverse volte, anche verso la fine, nell’area intasata di maglie biancoazzurre, perché ha poco tiro dalla media e perché non si fida del tutto di quello da lontano (pur non malvagio). Sbaglia anche almeno un paio di rigori che lasciano di stucco, per uno come lui.
KEENE 5 – Non è peggio di quello che ci ha lasciati (Wilson) ma contro Napoli il suo impatto sulla gara è stato deleterio. Punti pochi (7), errori troppi (3/12 dal campo), scelte altalenanti e soprattutto la sensazione che su entrambi i lati del campo, la sua presenza sia coincisa con i momenti peggiori. Magari non è tutta colpa sua, ma quell’oceanico -21 di plus/minus è la rappresentazione numerica di quel che gli occhi hanno visto.
Vertemati: “Tensione e minore esperienza, male nel primo tempo”
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