Nel 1971 il rock scoprì la solidarietà
Il concerto per il Bangla Desh inaugurò una buona abitudine
Il primo agosto del 1971, ma il disco uscì a dicembre, si tenne in due repliche (pomeriggio e sera) il primo grande evento benefico del rock, che sarebbe poi diventato il modello per Live Aid e altri. La crisi umanitaria del Pakistan dell’Est, diventato poi Bangla Desh, aveva portato Ravi Shankar a sollecitare il suo grande amico George Harrison, che pensò di organizzare un grande concerto al Madison Square Garden di New York chiamando a raccolta tanti amici: ci vennero tra gli altri Ringo, che non suonava in pubblico con George dal 1966, Bob Dylan, anche lui mancante dalle scene da tanti anni, Ravi Shankar, Billy Preston, Leon Russell ed Eric Clapton. Se con questi personaggi, notoriamente poco affidabili, non era facile organizzare un concerto, figuriamoci stavolta che non sarebbero neanche stati pagati: pare che George abbia provato in albergo tutto il concerto con l’allora poco famoso Peter Frampton perché non era sicuro Clapton sarebbe arrivato. I concerti erano divisi sostanzialmente in due parti, con prima della parte rock l’esibizione di musica indiana di Shankar: se sul disco vi sembra un po’ lunga sappiate che è un terzo dell’originale! Ne vennero fuori un triplo album ed un film con dei buoni incassi, anche se fra tasse e altro – anche qualche sospetto di manager ingordi – si ridussero di molto. Musicalmente non poteva certo essere nulla di rivoluzionario, ma dimostrò quanto meno che lo spirito dei sixties poteva non dirsi del tutto finito.
Curiosità: vista la complessità dell’evento di curiosità ce ne sono a bizzeffe, ma la mia personale Palma d’oro va a Ravi Shankar, che sale sul palco col suo accompagnatore, inizia a suonare e dopo un minuto o poco più smette. Applausone del pubblico e lui che dice al microfono: “se vi è piaciuto così tanto come accordiamo gli strumenti, chissà il concerto…”. Grandioso!
La rubrica 50 ANNI FA LA MUSICA
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