Nuova strada di via Indipendenza a Gallarate, il Tar ferma tutto
Il tribunale amministrativo annulla la delibera che dava il via alla realizzazione alla breve nuova strada di accesso al quartierino nella zona di Crenna: "Il Comune dimostri la proprietà del terreno". Il sindaco: "Valuteremo se ricorrere o fare nuova delibera"
Via Indipendenza, fermi tutti: il Tar ha annullato la delibera di giunta con cui il Comune ha definito la realizzazione della nuova strada, poi recepita e approvata anche in consiglio comunale (con una condivisione piuttosto ampia).
Come mai? Essenzialmente il tribunale amministrativo dice che non basta che esista in catasto la previsione di una strada pubblica, serve che il Comune dimostri la proprietà. «Una sentenza che ci ha lasciato piuttosto sorpresi» dice il sindaco Andrea Cassani.
Ma andiamo per ordine.
La questione riguarda il piccolo (ma non troppo) quartierino di via Indipendenza, con diverse decine di abitazioni su varie diramazioni che portano il nome di via Indipendenza: oggi entrate e uscita avvengono solo da una stretta strada tra le case più storiche della zona. L’amministrazione ha previsto la riapertura di una strada (segnata in mappa) verso via Bertacchi,lunga 48 metri.
Una soluzione che è stata contestata – anche sul piano legale, appunto – da due persone fisiche e una giuridica, che hanno presentato ricorso, perché la strada verrebbe realizzata su un terreno oggi occupato da un giardino e da alberi.
Il pronunciamento del Tar
Si è arrivati così al Tribunale Amministrativo della Lombardia. Che ha “bocciato” la delibera di giunta comunale, annullandola.
La sentenza premette “che non è certo in discussione in questa sede l’ampia discrezionalità riconosciuta all’Amministrazione in materia espropriativa”. Ma contesta al Comune di aver “neppure documentato l’effettuazione di un sopralluogo sull’area interessata” ma di aver giustificato la proprietà pubblica “unicamente dalla cartografia e dalle risultanze catastali, senza però produrre altri documenti” (il catasto, infatti, non è mai considerato prova di proprietà dalle amministrazioni pubbliche).
“Sarebbe stato necessario per l’Amministrazione – continua la sentenza – un più approfondito esame della questione, onde potere rivendicare la proprietà pubblica di un’area sulla base di argomentazioni più solide del semplice richiamo agli atti del catasto, considerato altresì che l’attuale stato di fatto della zona pare escludere la presenza, ancorché remota, di una strada”.
Il Tar dice inoltre – semplificando – che il Comune ha sbagliato ad approvare il progetto prima che fosse completato l’iter urbanistico per la nuova strada
Il tribunale ha anche messo in capo al Comune le spese per la lite amministrativa.
Come riprende la questione
«Il Tar ha ritenuto che fossimo noi a dimostrare la proprietà della via, anche se il terreno è accatastato come strada» sintetizza il sindaco Cassani, nel «prendere atto», appunto, della sentenza. Rimane un certo stupore, per la difficoltà a ottenere l’uso di un terreno che viene considerato senza dubbio di proprietà comunale.
L’aspetto attuale della breve diramazione senza uscita di via Indipendenza, occupata da prato e alberi: la strada proseguirebbe dritta, al posto del passaggio coperto d’erbaE adesso?
«Ritarderemo di sei mesi: dovremo ripartire dalla delibera e non potremo dare risposta a un problema che è sentito dalla maggior parte dei residenti di quella zona» dice con una punta di polemica Cassani (che ha anche per sé la delega ai lavori pubblici). Operativamente va ancora definita la risposta dal punto di vista amministrativo: «Stiamo valutando se un fare un ricorso al Consiglio di Stato o riadottare la delibera tenendo conto dei rilievi del Tar». Vale a dire producendo i documenti che dimostrano la proprietà comunale del terreno, una striscia oblunga tra le due propeità attigue.
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