Pranzo di Natale tra ritorno della pandemia e super green pass. Fipe: “Previsti 500 mila clienti in meno”
Secondo le stime dell’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio, il calo della clientela , mentre i locali che hanno deciso di restare aperti nonostante l'incertezza sono il 64,1 % del totale
Sulle festività natalizie pende ancora la spada di Damocle della pandemia. Una situazione di incertezza che secondo Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) inciderà comunque sulla scelta di andare a mangiare e brindare fuori casa per il giorno di Natale. Secondo le stime dell’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio, il calo della clientela si aggirerà intorno alle 500 mila unità, mentre i locali che hanno deciso di restare aperti nonostante l’incertezza sono il 64,1 % del totale, ovvero oltre 76mila esercizi pronti ad accogliere 4 milioni e mezzo di persone.
SUPER GREEN PASS E DISDETTE
Al peggioramento della crisi pandemica si somma anche il nuovo super green pass. Secondo il 48,1% degli esercenti intervistati, il provvedimento avrà un impatto significativo sul totale delle prenotazioni. In effetti stanno iniziando ad arrivare le disdette, non sono molte ma ci sono. Al netto di tutto questo, per 6 ristoratori su 10 le aspettative rimangono positive o molto positive, a fronte di un 30% di gestori che, al contrario, vede un Natale ancora in bilico.
DICEMBRE MESE CHIAVE PER LA RISTORAZIONE
«Dicembre è un mese estremamente delicato per il mondo della ristorazione – spiegano dall’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio – da solo vale il 10% del fatturato dell’anno e dunque l’attenzione è massima. In questo 2021 saremo ancora lontani dai livelli precovid: la nostra previsione per il mese è infatti di 7,1 miliardi di euro, a fronte degli 8,8 miliardi del 2019. Una flessione del 19,4% sul quale pesa sicuramente la contrazione dei flussi turistici internazionali, anche in conseguenza delle misure restrittive adottate dal Governo, ma anche la riduzione degli eventi aziendali, per i quali registriamo numerose cancellazioniı».
GLI ITALIANI PRONTI A SPENDERE DI PIÙ PER IL MENÙ
Se nel 2019 gli italiani erano pronti a spendere 56 euro per il menù, oggi siamo passati a 60 euro di media. Nel 13,7% dei locali si potranno spendere meno di 40 euro, nel 42,7% dei casi il conto oscillerà tra i 40 e i 60 euro, mentre nel 43,6% dei ristoranti si supereranno i 60 euro. Secondo le stime di Fipe-Confcommercio, dunque, la spesa complessiva degli italiani si assesterà attorno ai 266 milioni di euro. A farla da padrone, anche quest’anno, saranno i menù a prezzo fisso: formula scelta dal 78,8% dei gestori, con il 44,7% che ha deciso di includere anche le bevande, mentre il 34,1% ha preferito escluderle.
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