Il presepe al campo sinti di Gallarate, con lo sfondo dei generatori

Ad un mese dalla sospensiva concessa dal Tar all'ex area attrezzata le famiglie vivono ancora in attesa. Dijana Pavlovic: "I diritti delle famiglie ancora violati"

gallarate generico

Il generatore ronfa pian piano, di domenica mattina, mentre si prepara il the al campo sinti di Gallarate.
I bambini sono al chiuso delle roulotte, Pino Sacconi – uno dei due capifamiglia tornati in via Lazzaretto – mostra il presepe, fatto «come ogni anno». Da tre anni in via Lazzaretto non c’è più un “villaggio”, la piccola comunità sinti è stata disgregata dopo lo sgombero attuato dal Comune a cavallo tra fine novembre e inizio gennaio 2018.

In via Lazzaretto sono tornate due famiglie allargate, una ventina di persone. Il Comune ha fatto una ordinanza di sgombero in estate, ma un mese fa il Tar ha concesso la la sospensiva, a fronte del ricorso delle famiglie sinti, assistite da un avvocato: secondo il dispositivo il Comune non ha mai revocato l’assegnazione del campo attrezzato e quindi le due famiglie tornate qui hanno diritto a rimanere, almeno in questa fase.

«Le famiglie passeranno il Natale al freddo e avrebbero invece tutto il diritto di essere al caldo, insieme, perché non hanno fatto nulla di male» incalza Dijana Pavlovic, ex europarlamentare che sta affiancando le famiglie nell’azione legale e nella campagna e per il riconoscimento del diritto a restare nell’area.

Il TAR si esprimerà nel merito a gennaio, ma intanto ha bloccato lo sgombero e riconosciuto in via cautelare il diritto a rimanere in zona. «Hanno dimostrato il loro valore, il loro rispetto delle istituzioni. Fino alla sentenza hanno diritto di stare nell’area e non possono stare senza luce e senza acqua a dicembre. Sono state fatte le richieste e sono state ignorate: si sta violando il loro diritto umano di non far ammalare i loro bambini. Il sindaco sta violando i diritti umani» conclude Pavlovic.

gallarate generico

Il tentativo di ottenere l’allacciamento all’acqua e alla corrente – ribadito dalle famiglie – aveva appunto avviato il nuovo provvedimento di sgombero nell’estate 2021, quando le famiglie erano tornare in zona già da tempo (inizialmente posizionandosi in via Lazzaretto, a fianco dell’area attrezzata). Nel frattempo vanno avanti con i generatori a benzina che si danno il cambio, nel corso della giornata, per alimentare fornelli, stufette e bollitori.

Un tempo al campo sinti c’era anche una casetta fatta di pannelli che veniva usata come “chiesa” e come sala di ritrovo, demolita nel 2018 (era un manufatto abusivo, tra le pochissime vere demolizioni attuate nel campo che era costituito da roulotte). C’era anche un container-scuola, portato lì dalle Acli. Oggi non c’è più un luogo comunitario: il Natale è solo nel presepe, tra muschio e pecorelle attende la natività, il Gesù bambino è avvolto nella bambagia che lo rende invisibile, come fosse in una nuvola. «Fino al 25 dicembre, poi lo tiriamo fuori».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 05 Dicembre 2021
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