Il trust dei tifosi incontra Luis Scola: “Siamo qui per sostenerti”

Lunga chiacchierata a Masnago tra il dirigente argentino e un folto gruppo di soci de "Il basket siamo noi". «Tutti vogliono bene alla Pallacanestro Varese: noi dobbiamo far tornare il vero amore tra squadra e territorio»

Il Basket siamo noi varese

In attesa che arrivino i risultati sul campo, prosegue l’attività al di fuori del parquet di gioco per la Pallacanestro Varese e per il suo amministratore delegato Luis Scola, ormai calatosi nella parte di dirigente di riferimento per il club biancorosso. Il leggendario campione argentino ha incontrato oggi (sabato 11 dicembre) un gruppo numeroso di iscritti al trust “Il basket siamo noi”, l’associazione di tifosi che da alcuni anni anima una serie di iniziative legate al club biancorosso. In prima fila anche Toto Bulgheroni e Alberto Castelli mentre la squadra era rappresentata da Caruso e De Nicolao.

Il presidente Umberto Argieri, affiancato dal consiglio direttivo, ha presentato a Scola le tante attività svolte dalla fondazione a oggi (tornei, mostre, i lavori di pulizia al palazzetto, la sede sociale, le trasferte di gruppo sino alla lotteria di Natale tornata anche QUEST’ANNO), prima di lasciare la parola a Scola, che ha anche risposto a diverse domande del pubblico.

«La Pallacanestro Varese ha due grandi valori – ha esordito Scola – Il primo è la storia, perché pochissimi club hanno un passato come il nostro, il secondo è la passione della città. Ho conosciuto il trust e lo ritengo una realtà bellissima perché molte delle vostre iniziative si sposano con il programma che ho presentato io alla società: oltre al lato sportivo – e vincere le partite alla domenica è una cosa centrale – ci sono tante altre cose da coltivare intorno al club. Il lato agonistico è la punta della piramide ma la base va allargata in tanti modi e questa è la nostra sfida: sono fiducioso che si possa fare un grande lavoro insieme a medio termine per una crescita sostenibile della Pallacanestro Varese. Noi, come società, e voi come trust abbiamo gli stessi obiettivi e gli stessi valori: lavoriamo insieme a questa connessione».

Interpellato su come ampliare la base dei supporters, Scola ha detto: «Per intercettare i giovani possiamo fare di più: loro non hanno vissuto i periodi delle grandi vittorie, dobbiamo fare re-innamorare i ragazzi. Il modo più veloce è quello di proseguire il lavoro con le scuole, stare vicini al settore giovanile non solo a livello di elite (che dovrà esserci) ma anche a tutti gli altri ragazzi appassionati, sparsi nell’intera provincia. Incontrando aziende e persone in giro per il territorio abbiamo scoperto che tutti vogliono bene alla Pallacanestro Varese: questo è bello ma è anche un messaggio verso di noi. Dobbiamo rinverdire la storia d’amore tra la città e la società».

Parlando del lavoro svolto fino a ora, il “General” ha proseguito: «Siamo ancora in fase di conoscenza sia per la struttura aziendale della Pallacanestro Varese che conta tantissime persone sui diversi piani, sia per le partnership, gli sponsor, i fornitori e la città. Parlo di forse 500 soggetti da incontrare a vario titolo: siamo quasi alla fine di questa tappa, poi sarà il momento del brainstorming. Il piano originale per me, in questo primo anno, era che mi occupassi di settore giovanile e di sponsorship: il mio tempo doveva essere diviso in queste due aree. Dopo le dimissioni di Conti abbiamo dovuto aggiustare questo programma: non abbiamo le risorse per ingaggiare un nuovo gm e quindi abbiamo suddiviso le incombenze di Andrea tra diverse persone, io, Max e Mario in particolare».

«Le aziende che visitiamo ogni settimana sono società che fanno cose incredibili, di livello mondiale: dobbiamo arrivare al loro livello aziendale per creare una rete. Se noi riusciremo a partire da un livello più alto, sarà più facile dare vita a un percorso insieme. Per questo motivo il primo lavoro è al nostro interno: crescendo come società, diventerà più facile correlarci con alcune grandi realtà. Dobbiamo diventare un punto di riferimento a livello organizzativo, sportivo, sociale e non solo agonistico per tutto il territorio: alla domenica la partita non sarà solo fine a se stessa ma diventerà un momento di aggregazione che rappresenta tutta l’attività che svolge la società».

Per quanto riguarda eventuali esempi da seguire, Scola ha detto: «Ce ne sono tanti, nessuno da prendere al 100% ma tanti da cui farsi ispirare. Guardiamo per esempio nel calcio, al lavoro dell’Atalanta con il settore giovanile o alle iniziative delle squadre NBA naturalmente per valutarne la filosofia, non a livello di soldi. Oppure guardiamo a tante altre aziende di altre aree che hanno saputo innovare e imporsi».

Scola ha anche risposto ad alcune domande personali, dalle emozioni provate al momento del ritiro (alle Olimpiadi) a come è nata la decisione di fermarsi in Italia, prima a Milano e poi a Varese, al termine della carriera. Infine un riferimento al settore giovanile: «L’Academy ha fatto un bel lavoro e i rapporti sono buoni; si tratterà di capire se e come vorranno entrare nel nostro progetto quinquennale».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Dicembre 2021
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