Il valore solidale di un sorriso: Amici di Angelo sul palco per aiutare un ragazzo tetraplegico
Hanno iniziato donando tutto ciò che ricevano a Emergency per poi accorgersi che c'era una persona, proprio sul nostro territorio, che in quel momento ne aveva più bisogno. "Oggi Andrea mio è un bellissimo ragazzo celebroleso e tetraplegico e Bea, la sua mamma, non si dà per vinta"
La Asd Amici di Angelo, presieduta da Riccardo Bianchi, è nata per ricordare Angelo, un uomo dal cuor gentile che della solidarietà in senso stretto ne aveva fatta una ragione di vita, lasciando un segno profondo nella comunità alla sua scomparsa nel 2003. «È quindi nata spontanea l’idea e la voglia di fare qualcosa per gli altri, come lui fece per me», racconta Bianchi. Nata come associazione sportiva nel tempo diventa anche culturale e come ci racconta il presidente ora nello sport, nella musica e nel teatro, sono riusciti a trovare un filo conduttore e comune che gli permette di fare solidarietà, una solidarietà vera e di una bellezza sconvolgente.
Organizzano incontri e rappresentazioni teatrali, ma ciò che li distingue è il fine nobile per cui lo fanno. Ogni commedia messa in scena, scritta da Emanuela Zanetton e interpretata da persone che come lei del teatro ne hanno fatto una passione, e ogni incontro proposto, per loro vuole essere in ultimo un momento per fare del bene, per chiedere una piccola donazione da convogliare successivamente a chi ne necessita. Hanno iniziato donando tutto ciò che ricevano a Emergency per poi accorgersi che c’era una persona, proprio sul nostro territorio, che in quel momento ne aveva più bisogno. Lui si chiama Andrea Lazarz, e la vita con lui non è stata tenera. La mamma invece si chiama Beata, di nazionalità polacca, associata e allenatrice di Asd Amici di Angelo, da molto prima che il suo ragazzo avesse un aneurisma celebrale.
Andrea ha ventiquattro anni, un lavoro, una fidanzata, è spensierato e abita ancora con la sua mamma Beata, che lavora presso una signora anziana. Questa signora presto si ammala di tumore lasciando Bea, «come la chiamiamo noi», ci racconta Riccardo, senza lavoro e Andrea, l’unica fonte di guadagno per la famiglia. Andrea una sera torna a casa dal lavoro, ha un forte raffreddore e accusa un gran mal di testa, così decide di andare a dormire e con fatica si addormenta, molto tardi. Quello però non sarà un sonno ristoratore ma l’ultima volta della sua vecchia vita, e la prima di quella nuova. La mattina dopo la mamma lo sente russare, ma lui non russa mai. Beata va in camera e chiama Andrea e lui non risponde, e non lo farà per tanto tanto tempo: è in coma profondo. Si allertano i soccorsi mentre Beata fa il massaggio cardiaco, cercando di mantenere il cervello ossigenato. Arriva l’elicottero e viene portato a Varese per essere operato d’urgenza, la diagnosi è terribile: esplosione di un aneurisma celebrale con conseguente emorragia.
Questo succedeva quattro anni fa, «oggi Andrea mio è un bellissimo ragazzo celebroleso e tetraplegico e Bea non si dà per vinta», racconta Riccardo Bianchi, che continua: «Come associazione e grazie alla nostra compagnia teatrale e qualche incontro, stiamo cercando di dare loro una mano economicamente». Asd Amici di Angelo non ha mai più abbandonato Andrea e Bea dal quel giorno, ma la strada per loro è ancora lunghissima e anche se le possibilità di un pur minimo miglioramento sono poche, il cuore di una mamma non abbandona mai la speranza. «Per ora, grazie a voi», dice Riccardo volendo mandare un messaggio a tutte le persone che hanno contribuito, «siamo riusciti a comprare un’auto per il trasporto, un materasso per la fisioterapia e aiutato Bea per dare le cure migliori ad Andrea, soprattutto dove il Servizio Sanitario Nazionale non può arrivare. Ma soprattutto, grazia all’effetto che avete dimostrato – continua – con una forza che nessuno sa spiegare, Andrea riesce a rimanere in piedi pochi secondi, appoggiato al muro senza sostegno».
Anche le istituzioni gli stanno vicino,«ma hanno ancora bisogno di tanto aiuto», conclude il presidente Riccardo Bianchi.
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