A Varese in dieci giorni due pedoni morti e tre feriti
È il bilancio pesante delle ultime due settimane, che ripropone il tema della sicurezza stradale e delle risposte. Come sollecitano anche i lettori

Varese piange due donne morte nel giro di meno di due settimane: a distanza di dieci giorni dal decesso di una 82enne travolta in viale Borri, nella fredda sera di giovedì un incidente è costato la vita alla dottoressa Porcaro, 49enne di Brinzio travolta in via Monte Rosa.
Varese piange i morti. O forse li registra solo in una contabilità che vede gli incidenti come un male inevitabile, mentre si corre al lavoro o si consegnano i regali di Natale? Di certo i due morti in dieci giorni hanno richiamato l’attenzione su un problema che esiste, di fronte in particolare alle vittime tra gli “utenti deboli”, pedoni e ciclisti.
I feriti sulle strade di Varese
A scorrere il tag “incidente stradale” su VareseNews (il tag è l’etichetta che consente di filtrare le notizie per tipologia) si recupera una serie di episodi che si susseguono in continuazione: quando si finisce in ospedale in codice giallo – feriti – o in codice rosso – feriti ma non in pericolo di vita – la notizia si esaurisce nel giorno in cui avviene l’incidente, ma spesso non per le persone che finiscono in ospedale e devono fare i conti con i postumi più o meno a lungo.
Gli episodi anche recenti sono stati numerosi, come nel caso dell’anziana donna travolta a novembre in via Nuccia Casula o i tre pedoni investiti in un giorno a poche ore di distanza dall’incidente in viale Borri (tre con ferite, un quarto se l’era cavata con qualche graffio).
Se si torna un po’ più indietro e si esce dal centro si può poi citare anche il 74enne travolto in bici a Calcinate del Pesce e finito in terapia intensiva a inizio novembre.
E questo solo limitandosi agli episodi dell’utenza “debole”, pedoni e ciclisti. Perché se si analizzassero le morti a bordo di veicoli a motore il conto si alzerebbe (citiamo a titolo di esempio l’uomo e la donna morti in moto a maggio scorso).
Un’emergenza continua e un’attenzione da ritrovare
L’attenzione al tema è spesso “volatile”, limitata al giorno in cui si registra un grave incidente. Ma la comunità a volte dà segnali chiari: martedì un lettore ha richiamato l’attenzione sulle condizioni di pericolosità di viale Belforte e la lettera è stata l’articolo più letto nella giornata di giovedì).
L’intervento del lettore richiamava tanti aspetti diversi, tra cui distrazione ma anche comportamenti consapevoli della pericolosità o sottovalutazione di comportamenti come la sosta vietata (ad esempio a Gallarate si è registrato un incidente mortale con una donna travolta durante una manovra tra auto in sosta irregolare).
Attraversamenti pedonali “in memoria”, perché non accada più
La pericolosità delle strade cittadine, certo, non è solo tema recente: anche in passato alcuni episodi in particolare avevano creato indignazione e sollecitato più attenzione al tema, come nel caso della coppia di coniugi uccisi sulle strisce pedonali a Biumo a dicembre 2011, la coppia di pedoni travolta e uccisa in via Sanvito nel 2017, o infine la morte atroce di Daria Guazzotti, giovane infermiera che da Valenza era arrivata a Varese per lavoro e che morì investita mentre tornava a casa a piedi dopo il turno in ospedale.
Ora, nei luoghi dei tre incidenti, ci sono altrettanti attraversamenti pedonali protetti: sono stati i primi ad essere realizzati, proprio perchè non si ripresentassero simili situazioni.
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Condivido l’articolo, purtroppo la cuasa di questi incidente sia da imputare anche alla mancanza di manutenzione della segnaletica sia orrizzontale (strisce bianche non più visibili) che verticale (cartelli nascosti dalla vegetazione). Un altra causa è anche la diversità della segnalitica, si passa dai passaggi pedonali di realizzati di recente con illuminazione dedicata e segnaletica orrizzontale lampeggiante a quelli quasi invisibili sullo stesso tratto di strada.