Al Policlinico di Milano asportato un tumore di 8 centimetri a una donna in attesa di un bimbo

L'intervento chirurgico è stato effettuato dal primario professor Luigi Boni. L'asportazione è perfettamente riuscita. Il piccolo Nicola e la madre sono tornati a casa e stanno bene

professo boni

Un delicato intervento di chirurgia laparoscopica ha salvato una donna e il figlio che aveva in grembo. È successo al Policlinico di Milano dove l’equipe diretta dal professor Luigi Boni ha asportato un tumore di 8 centimetri che minacciava sia la madre sia il bimbo che stava crescendo in lei. 

LA SCOPERTA DI UN FEOCROMOCITOMA DI 8 CENTIMETRI

La donna, al secondo trimestre di gravidanza, accusa dei dolori: allo stomaco innanzitutto e poi forti mal di testa. Si rivolge al ginecologo di un ospedale nel Milanese dove era in cura, che avvia le indagini per inquadrare la situazione. 

L’ecografia all’addome evidenziano una massa sopra al rene. La donna viene presa in carico dalla Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano, punto di riferimento per le gravidanze complesse. Gli specialisti dell’Endocrinologia e della Patologia della Gravidanza stabiliscono che  si tratta di un feocromocitoma di 8 centimetri, tumore molto pericoloso per la vita di mamma e bambino e che si rileva in 7 gravidanze ogni 100.000.

«La neoplasia – spiegano gli specialisti della Mangiagalli – colpisce il surrene, una ghiandola che si trova sopra il rene: la sua normale funzione è rilasciare ormoni che regolano tanti aspetti dell’organismo, tra cui la pressione del sangue, i battiti del cuore e le reazioni allo stress. Con il tumore però questi ormoni sono come ‘impazziti’: per questo le condizioni di Laura, ormai già arrivata al sesto mese, erano così complesse». 

L’INTERVENTO CHIRURGICO IN LAPAROSCOPIA DEL PROFESSOR BONI

La donna viene così affidata a un’equipe multidisciplinare composta da ginecologi, endocrinologi, chirurghi, cardiologi, anestesisti e rianimatori. Si opta per l’intervento di asportazione della massa per non rischiare un parto prematuro. Prima dell’operazione si stabilizza la pressione della futura madre con una terapia farmacologica.

«La nostra esperienza nell’asportazione di questi tumori – spiega Luigi Boni, direttore della Chirurgia Generale cresciuto nella scuola di specialità del professor Renzo Dionigi a Varese – ci ha permesso di intervenire attraverso delle piccole incisioni con una tecnica laparoscopica mini-invasiva: questo ha consentito non solo di proteggere il più possibile la gravidanza, ma anche una ripresa più rapida dopo l’operazione». 

L’intervento è un successo: il tumore viene rimosso completamente. Nelle fasi dell’intervento, la donna può ascoltare in diretta il battito del suo piccolo, sapendo così con certezza che tutto sta procedendo per il meglio.

 Pochi giorni dopo l’operazione Laura è tornata a casa e la sua gravidanza è proseguita senza più complicazioni. Al nono mese il piccolo Nicola è venuto alla luce con un parto cesareo. Laura oggi è a casa, ad allattare il suo bimbo, e l’unico ricordo di questo tumore sono tre cicatrici di pochi millimetri.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Gennaio 2022
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