Speciale Sesto Calende

Cosa vedere a Sesto Calende: dall’Abbazia di San Donato alle passeggiate sul lungofiume

Una terra di cielo e di fiume, ricca anche di verde e di storia. Sesto Calende si trova in una posizione strategica, dove il Ticino e il Maggiore si incontrano. Ecco cosa vedere lungo le rive del Fiume Azzurro

Sesto Calende, tramonto - foto di Roberto Fontana

Cosa vedere a Sesto Calende? L’azzurro del Ticino e del Lago Maggiore, il verde dei boschi e, grazie a una lunga tradizione legata all’aviazione, i colori del cielo. Nella cittadina non manca proprio niente. (foto copertina di Roberto Fontana)

Primo avamposto del Basso Verbano, la città è una terra di confine, trovandosi in una delle posizioni più strategiche del Varesotto. Il nome Sesto Calende deriva infatti dal numero di miglia (sei), la distanza dell’antico centro abitato da un altro importante nucleo – l’attuale Somma Lombardo – e dal mercato che si teneva durante le calende, ovvero i primi giorni del mese nel calendario romano.

Oggi, proprio come quando si teneva lo storico mercato, la città rappresenta uno snodo, innanzitutto, tra Lombardia e Piemonte, divise solo il letto del fiume azzurro, ma anche per la provincia, uno spartiacque tra l’area dei laghi (Maggiore, Comabbio, Travedona e Varese) e il sud della provincia, a partire dall’aeroporto di Malpensa.

Ricca di storia medievale e contemporanea, Sesto Calende raccoglie molte bellezze da esplorare, soprattutto per gli amanti delle attività all’aria aperta: pedalate a due ruote e passeggiate sull’alzaia, giornate sulle spiagge del Verbano, camminate nei boschi e nelle numerose frazioni sestesi, che ogni settembre si sfidano a colpi di pagaiate sui coloratissimi e sgargianti dragonboat in occasione del palio organizzato dalla Pro Sesto. Ecco cosa vedere a Sesto Calende.

Cosa vedere a Sesto Calende

Dal Ponte di Ferro al Parco Europa in bicicletta
La Torre di Lisanza
L’Alzaia Mattea e le vie del centro storico
L’Abbazia di San Donato
L’oratorio di San Vincenzo e il Sasso della Preja Buja

Dal Ponte di Ferro al Parco Europa in bicicletta

Cosa vedere a Sesto Calende? Il Punt da Feer – il Ponte di Ferro – è uno, se non il principale, simbolo di Sesto Calende. Cerniera importantissima sul Ticino, il ponte collega la provincia di Varese con quella di Novara, unendo nello specifico il borgo di Sesto Calende alla piemontese Castelletto Ticino e la sua lunga area commerciale sul Sempione. La monumentale struttura a due piani lunga oltre duecento metri fu realizzata all’inizio degli anni Cinquanta, dopo che i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale distrussero il ponte originale del secolo precedente. Da allora il “Punt” convoglia il traffico automobilistico (con marciapiede pedonale) e ferroviario; senza dubbio l’attraversamento del ponte in treno può essere annoverato come uno dei punti panoramici più belli sulla linea Milano-Domodossola, la “tratta del Lago Maggiore” che passa da Arona, Stresa, Verbania.

ponte di ferro sesto calende

Per gli amanti della mobilità dolce, appena ai piedi del ponte si trova la nuova pista ciclabile. La ciclovia costeggia il Ticino e porta dal centro di Sesto Calende alle frazioni di Sant’Anna e Lisanza, dove il fiume finisce (o meglio inizia) e si apre il bacino del Lago Maggiore.

Tra le due frazioni rivierasche si trova uno dei polmoni della città, il Parco Europa, situato nell’ex idroscalo Sant’Anna della ditta aeronautica Savoia-Marchetti. L’area è indissolubilmente connessa alla storia dell’aviazione, come testimoniato dall’arco decorativo con un’aquila all’ingresso del parco, dove si trova ancora il vecchio bunker anti-bombardamento. A partire dagli anni Venti l’idroscalo fu infatti utilizzato come rampa di lancio degli idrovolanti, tra cui quelli utilizzati di Italo Balbo per le sue trasvolate negli Stati Uniti.

Riqualificato ad inizio del nuovo millennio, nel corso degli anni il Parco Europa (oggi di proprietà comunale) è stato la cornice di importanti mostre ed eventi come il “Fuori chi legge”, festival che ha portato a Sesto Calende musicisti di culto della scena musicale alternativa come i Tre Allegri Ragazzi Morti o Pino Scotto. Il parco è una delle mete più amate anche dagli sportivi del Basso Verbano grazie ai suoi  nove ettari di verde. Al suo interno è presente anche un piccolo parco giochi per i più piccoli nell’esatto punto in cui fiume e lago s’incontrano.

bicicletta

La Torre di Lisanza

Cosa vedere a Sesto Calende? Tre chilometri più a nord del Parco Europa, circa mezz’ora a piedi, è possibile invece godere di una vista letteralmente mozzafiato sul Lago Maggiore dalla Torre di Lisanza. L’antica costruzione di origini medievali fu costruita come fortificazione difensiva in collegamento con la Rocca di Angera e quella di Arona. Nonostante la Rocca sia privata, accessibile soltanto durante le giornate del Fai, vale comunque la pena salire la breve “via della torre” – che parte dalla chiesa di San Paolo in centro a Lisanza – per l’incredibile vista tra acqua, cielo e terra.

Poche centinaia di metri sotto la torre, si trova invece la spiaggia Lisanza Lake, la spiaggia più a sud del Basso Verbano lombardo.

Panorama Torre di Lisanza

L’Alzaia Mattea e le vie del centro storico

Cosa vedere a Sesto Calende? Non solo la pista ciclabile verso Lisanza, ai piedi del Ponte di Ferro inizia anche “la passeggiata” di Sesto Calende sull’Alzaia Mattea. Il percorso sul lungofiume, che arriva fino alle porte della diga Miorina di Golasecca, inizia con una vasta area pic-nic ideale per parcheggiare, sostare e mangiare su panchine e tavolini in mezzo al verde, a letteralmente due passi del Ticino.

L’area verde è collegata al salone della Marna e al centro storico (piazza del municipio e piazza De Cristoforis). I vari negozi d’abbigliamento, bar, ristoranti e gelaterie sono spesso tappa da parte di vip, come l’ex calciatore della Juventus Claudio MarchisioBelen. Sempre sul lungofiume, in prossimità dell’infopoint turistico, è posizionato l’obelisco risorgimentale dedicato allo sbarco di Garibaldi, monumento che ricorda quando il Ticino separava non Lombardia e Piemonte ma addirittura due Regni: il Lombardo Veneto (sotto il potere e l’egida dell’Impero Austriaco) e quello di Sardegna, il futuro Regno d’Italia.

passeggiata sesto calende

L’Abbazia di San Donato

Cosa vedere a Sesto Calende? La chiesa dell’Abbazia di San Donato è l’edificio storico più importante della città e dà il nome alla storica frazione dall’altra parte del cavalcavia Marchetti, il ponte che passa sopra la linea ferroviaria e che collega il centro città alla zona delle cascine.

L’abbazia in stile romanico fu costruita dai monaci benedettini nella seconda metà del IX Secolo. Tra i capolavori conservati nella chiesa va menzionato l’affresco dell’Ultima Cena dipinto da Giovanni Battista Tarilli nel 1581 ispirato al famosissimo Cenacolo di Leonardo Da Vinci e recentemente menzionato anche da Vittorio Sgarbi.

Oltre al “Cenacolo” le navate dell’abbazia custodiscono un emozionante ciclo di affreschi – restaurati nel 2016 – fra cui “La disputa di Santa Caterina d’Alessandria” di Bernardino da Zanale, la “Madonna dei Limoni” e la “Madonna del Latte”.

cenacolo abbazia san donato sesto calende

L’oratorio di San Vincenzo e il Sasso della Preja Buja  

Cosa vedere a Sesto Calende? A poco più di 500 metri dall’abbazia di San Donato, incamminandosi verso le campagne e i boschi, si trovano altre due perle di Sesto Calende: l’oratorio di San Vincenzo e il masso erratico della Preja Buja.

L’oratorio è una piccola chiesa a singola navata di stile romanico risalente del XII Secolo oggi sconsacrata. È conosciuta anche come la “Chiesa dei Magi” dal momento che i tre Re Magi dell’Adorazione sono rappresentati sulla parete destra della chiesa.

L’oratorio è immerso nel verde, all’entrata del bosco. Da lì si sviluppa un percorso, indicato anche dalla cartellonistica, che porta al Sass de Preja Buja, il “sasso della pietra scura”, dal 1984 annoverato tra i monumenti naturali riconosciuti da Regione Lombardia. La posizione del masso megalitico risale alla glaciazione del Neozoico ed è probabile, data la presenza di incisioni rupestri sul masso, che in età preistorica venisse utilizzato come altare sacrificale. Attorno al masso ruotano da sempre antiche leggende popolari, alcune collegate anche il mito cristiano di San Giorgio, uccisore del drago, a cui è dedicata una vicina frazione collinare.

Masso Preja Buja

Marco Tresca
marco.cippio.tresca@gmail.com

 

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Pubblicato il 31 Gennaio 2022
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