I due vocali di Paitoni, oggi la convalida del fermo per i fatti di Morazzone e Gazzada
Le deliranti rassicurazioni alla moglie circa le condizioni del figlio, che aveva già ucciso, oltre al messaggio al padre dove avvertiva di non aprire l’armadio

Sono tre i messaggi che Davide Paitoni lascia dopo aver compiuto l’omicidio del figlio Daniele di 7 anni secondo la ricostruzione che emerge dai primi atti degli inquirenti.
C’è un messaggio vergato a mano, composto da due lettere e lasciato di fianco al corpo della vittima che consiste in una delirante confessione per l’accaduto con misure di rabbia e delirio per la relazione con la moglie.
Poi nelle fasi che vanno dall’abbandono della casa di Morazzone dove era ai domiciliari alla fuga dopo l’accoltellamento della moglie a Gazzada Schianno sono due gli altri messaggi che vengono inviati.
Il primo è rivolto al padre, raggiunto da un vocale dove il nonno paterno del bimbo viene avvisato: «Ho fatto del male a Daniele. Non aprire l’armadio». Solo che l’anziano, trovato dai carabinieri in stato confusionale ancora nella casa di via Cuffia, non si era accorto di nulla. Solo in un secondo momento, quando i carabinieri hanno bussato alla sua porta, consegna il telefono all’ufficiale che ascoltando il messaggio si rende conto che la casa nasconde qualcosa di terribile. Così viene trovato il corpo del bambino.
Ma un nuovo particolare che emerge dalla vicenda e messo nero su bianco dal decreto di fermo disposto dal pubblico ministero Luca Petrucci riguarda altri vocali che il Paitoni ha inviato la sera di sabato dopo l’accoltellamento della moglie. Messaggi dove l’uomo rassicurava quella che tecnicamente è ancora sua moglie del fatto che il bambino stesse bene: «Ti ho aggredita per punirti, perché mi hai rovinato la vita».
L’uomo è sorvegliato a vista al carcere dei Miogni e questa mattina, martedì è stato fissato l’interrogatorio di garanzia. «L’ho visto ma e’ difficoltoso comunicare con lui in questo momento», ha detto l’avvocato difensore Stefano Bruno.
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