Eleazaro Rossi in “The Eleazaro Experience”: il Teatro di Varese incontra la Stand Up Comedy

Un flusso di coscienza che ruota attorno alla vita dello stand up comedian: dalla sua infanzia, alla paternità, passando dal rapporto uomo/donna fino ad arrivare alla religione. Imprevedibile e irriverente nella sua unicità.

Eleazaro Rossi

Tra le tante novità della nuova stagione teatrale del Teatro di Varese“The Eleazaro Experience”, il nuovo spettacolo di Eleazaro Rossi, uno dei principali volti della Stand up comedy italiana, andrà in scena nella serata di venerdì 28 gennaio.

Scrive monologhi più o meno dal 2011, ma sale su un palco per la prima volta nella primavera del 2018 e con il suo stile irriverente e dissacrante arriva a totalizzare 4 milioni di visualizzazioni con il video “Le domande spiazzanti dei bambini”. 

“Ho scoperto la stand up comedy nel 2010 – racconta Eleazaro – Mi sono appassionato di quel particolare registro umoristico inteso come quasi totale assenza di autocensura, massima libertà di espressione. L’artista a cui sono più affezionato è Louis C.K., perché è un artista completo, ha anche autoprodotto una serie “Louie”, ed è stato molto importante e ha influito sulla mia voce e sul modo in cui costruisco le battute. Per il modo di stare sul palco, invece, mi rifaccio di più alla figura di George Carlin. Per quanto riguarda gli artisti italiani, vado molto controtendenza – prosegue – mi piace il cabaret, giovedì scorso sono andato a vedere lo spettacolo di Maurizio Battista e ho riso tantissimo. In generale amo la comicità semplice, che non deve per forza far pensare. Attualmente ci sono stand up comedian italiani, sia emergenti che già avviati e sono bravissimi: sicuramente Alessandro Ciacci, Pietro Casella, fratello e comico che sta esplodendo ora e continuerà ad emergere, Giorgia Fumo che è un bravissima artista e molti altri”.

“La mia carriera da stand up comedian nasce al 100% grazie Comedy Central – racconta poi il comico – Non c’era una vita da stand up comedian prima di quello, o meglio, era una vita del tutto amatoriale. In Italia non è come in America, dove se sei bravo riesci a vivere dignitosamente di quello anche se non diventi famoso. In Italia non esiste un mercato di questo tipo di spettacolo. O diventi virale e cominciano a chiamarti, altrimenti non è un mestiere di cui puoi vivere. Lo fai solo per passione“.

“The Eleazaro Experience” è uno spettacolo che si sviluppa in un unico flusso di coscienza che attraversa la vita dell’artista attraverso salti temporali: l’infanzia, il nome scelto dai genitori e la singolare educazione ricevuta, l’educazione impartita alla figlia, il rapporto con lei e le difficoltà incontrate da una padre nella gestione di una piccola donna, da qui il rapporto dell’autore con la femminilità, il femminismo e le relazioni uomo/donna. Infine la religione, la creazione, il rapporto di un maschio eterosessuale con l’omosessualità e, di nuovo, con la paternità.

“Il titolo dello spettacolo è un omaggio a due cose che mi piacciono molto: la prima è “The Jimi Hendrix Experience”, un disco della mia gioventù; la seconda è “The Joe Rogan Experience”, il podcast più ascoltato d’America – spiega Eleazaro -. Il materiale dello spettacolo, invece, non è frutto di un’intenzione, come mai nelle cose che scrivo: parla in gran parte di me e quando non parla di me direttamente, racconta i miei punti di vista e cose che penso, il che rende il titolo ancora più appropriato. Non parto mai da un’idea, per me inizia tutto da una battuta attorno a cui si sviluppa il testo”.

“Dissacrante” è il termine più usato per descrivere i monologhi di questo artista: un termine importante se si pensa alle difficoltà di comunicazione che traspaiono oggigiorno dal contesto social, soprattutto se ci si scontra con il “politicamente corretto”, di cui ormai si abusa in qualunque ambito. I suoi spettacoli, sagaci, irriverenti, imprevedibili, però, non ne vengono minimamente scalfiti o anche solo toccati, arrivando quasi a tirare uno schiaffo morale al concetto stesso di politically correct: “Credo che il pubblico italiano sia prontissimo a questo tipo di comicità – afferma Eleazaro – Io ho fatto spettacolo davanti a persone di qualunque estrazione sociale e ho capito che tutti possono apprezzare i miei contenuti, è solo questione di arrivarci per gradi. Così facendo riescono a ridere di tutto: della volgarità, del sesso, anche della religione. Il pubblico italiano è migliore rispetto a quello che pensiamo”.

E prosegue: “Il Politicamente corretto è un concetto generico che cambia nel corso del tempo. Cambia quello che infastidisce le persone. Negli anni 80, 90 e anche nei primi 2000 scherzare sull’omosessualità, per esempio, era una cosa accettabile, perché le persone non avevano una voce per farsi sentire. Adesso la voce ce l’hanno. Secondo me è sempre il modo: non ci sono argomenti che non possono essere toccati e non ci sono gruppi che non possono essere coinvolti. Sull’omosessualità si può scherzare, ma è l’atteggiamento. Deve essere evidente che non sei un omofobo, o un razzista, o qualunque altra cosa. Se riesci a far capire la tua posizione, puoi dire quello che vuoi. Sento parlare molto del politicamente corretto, ma mi sembra una grande scusa per chi vuole far ridere in maniera banale, per chi non si vuole impegnare». E  conclude: «Non mi pongo mai minimamente il problema se una battuta si può fare o meno. È chiaro che qualche commento sulle parolacce lo ricevo o gente che fraintende totalmente i miei pezzi c’è. Ma la maggior parte del mio pubblico mi capisce, quindi a me non interessa».

“The Eleazaro Experience” al Teatro di Varese
Venerdì 28 gennaio, alle 21
Per informazioni e biglietti: www.teatrodivarese.com 

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francescamarutti3@gmail.com
Pubblicato il 26 Gennaio 2022
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