Giorno della Memoria, due pietre di inciampo a Solbiate Olona per ricordare i cittadini deportati in Germania
In occasione del Giorno della Memoria, a Solbiate Olona saranno posate due pietre di inciampo davanti alle case di Pietro Girola e Pietro Moroni, due solbiatesi deportati che persero la vita nei campi di concentramento in Germania
(foto della posa di Pietre d’inciampo a Tradate nel 2017)
La storia? No, non è soltanto quella che abbiamo studiato sui libri a scuola. La storia ha attraversato le nazioni ed è passata anche nella nostra provincia, fra i nostri paesini, magari poco distante da dove adesso sorge la nostra casa.
A Solbiate Olona la Storia, con la “S maiuscola”, legata alla Seconda Guerra mondiale e allo sterminio di ebrei e dissidenti per mano dei nazisti è purtroppo diventata realtà: è accaduto con le vicende di due uomini che, dopo essere nati nel paesino della valle Olona, hanno trovato la morte nei campi di concentramento in Germania. Per ricordare quanto successo a Pietro Girola e Pietro Moroni, questi i nomi dei due solbiatesi deportati, in occasione del Giorno della Memoria verranno poste due pietre d’inciampo.
Le pietre d’inciampo tradatesiA dar vita all’iniziativa, l’Anpi di Solbiate Olona che, in accordo con l’Amministrazione comunale, ha voluto donare ai propri concittadini un segnale concreto e tangibile, come ricordo di questa tragedia e come monito per le nuove generazioni, affinché non dimentichino cos’hanno prodotto odio e dittatura.
Al momento solenne – previsto giovedì 27 gennaio alle 10 in via sant’Antonino – oltre all’Anpi provinciale saranno infatti presenti le scuole Pascoli e Moro, che in queste settimane si sono soffermate nella riflessione sugli eventi legati alla deportazione, grazie allo studio delle vicende di Girola e Moroni.
LA STORIA DEI DUE SOLBIATESI UCCISI IN GERMANIA
Pietro Moroni
Moroni nacque il 17 ottobre 1906 a Solbiate Olona, di professione artigiano. Appartenente alla 102 Garibaldi, fu arrestato a Olgiate Olona nella bottega del padre, dopo un fallito attentato al Commissario di Busto Arsizio Mazzeranghi. Fu poi torturato a Busto Arsizio e a Varese. Deportato da Milano a Bolzano il 17 ottobre 1944. Primo numero di matricola 110338, classificato con la categoria Schutz. Il mestiere dichiarato nella sua scheda fu quella di fucinatore. Fu trasferito ad Auschwitz il 2 dicembre 1944 e l’anno successivo a Buchenwald, il 22 gennaio 1945, con numero di matricola 119320.
Mori il 6 marzo 1945 a Ohrdruf (Bunchenwald).
Pietro Girola
Girola nacque il 16 settembre 1914 a Solbiate Olona.Di professione contadino. Soldato nell’esercito italiano reagì ai tedeschi dopo l’otto settembre 1943 e per questo fu incarcerato a Peschiera del Garda. Partì da Peschiera il 20 settembre con altri 1788 militari. Giunse a Dachau il 22 settembre 1943: gli fu assegnato un primo numero di matricola 53979 e classificato con la categoria AZR. Morì il 9 aprile 1944 a Dachau.
STORIA DELLE PIETRE DI INCIAMPO
“Le pietre d’inciampo (in tedesco Stolpersteine) sono un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. L’iniziativa, attuata in diversi paesi europei, consiste nell’incorporare, nel selciato stradale delle città, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni, dei blocchi in pietra ricoperti da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore. L’iniziativa è partita a Colonia nel 1992 e ha portato, a inizio 2019, all’installazione di oltre 71 000 “pietre” (Fonte Wikipedia)”
LE PIETRE DI INCIAMPO IN PROVINCIA DI VARESE
Saronno, Tradate, Limbiate, Legnano, Stresa, a breve Gallarate: di anno in anno, la posa delle pietre d’inciampo in provincia di Varese e nei territori circostanti continua a crescere.
Tre “pietre d’inciampo” per le vittime del nazifascismo a Gallarate
Adesso anche la valle Olona, con Solbiate, conoscerà questa iniziativa, con un’installazione che porterà la Storia direttamente dagli inanimati libri di scuola alle strade del paese. Una lezione per i rigurgiti fascisti e neo-fascisti che attraversano il nostro Paese e l’Europa intera: un monito per il futuro, grazie al ricordo di chi perse la vita per lottare per la democrazia e la libertà.
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