Grandi lavori nell’ex “casermone” di Gallarate che potrebbe avere un futuro di rilievo per la sanità lombarda
Sopralluogo dell'Unità di crisi regionale diretta da Guido Bertolaso. Il dottor Magrini ringrazia chi si sta impegnando tra militari, tecnici dell'azienda ospedaliera e i volontari di Protezione civile. Il centro potrebbe avere un ruolo oltre la gestione della quarta ondata
L’ex deposito dell’Aeronautica militare è quasi pronto ad affrontare il nuovo ruolo di maxi hub vaccinale della provincia di Varese.
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GRAZIE A MILITARI, PERSONALE DELLA VALLE OLONA E VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE
I lavori di sistemazione procedono speditamente e, nei giorni scorsi, il dottor Marco Magrini dell’Unità di crisi di Regione Lombardia guidata da Guido Bertolaso ha fatto un sopralluogo: « Le prime parole sono di ringraziamento per l’enorme impegno che ha permesso di trasformare l’ex deposito nell’Aeronautica in un centro d’emergenza sanitario con linee per i tamponi e presto postazioni vaccinali. Un grazie particolare al genio militare, all’Asst Valle Olona ma anche ai tanti volontari della Protezione civile il cui contributo è stato determinante per approntare, in tempi così contingentati, quest’area. Ci sono circa 70 volontari di colonna mobile provinciale di Protezione civile coordinati dl vicepresidente della Provincia Alberto Barcaro e dal settore provinciale di protezione civile, che stanno mettendo a punto i diversi percorsi interni e gli allestimenti necessari ad attivare il nuovo hub vaccinale».
40 LINEE VACCINALI INIZIALI E 60 ATTIVABILI A GALLARATE
Con 40 linee attive da fine mese e una capacità di 60 postazioni attivabili, il centro diventerà il punto di riferimento per affrontare l’attuale pandemia ma anche altre eventuali emergenze che potrebbero avvenire in futuro.
L’impegno dimostrato in questi giorni lascia supporre che i progetti su questa sede di Gallarate proseguiranno anche in futuro, una volta superata l’emergenza sanitaria della quarta ondata.
UN INVESTIMENTO CHE ANDRA’ OLTRE LA GESTIONE DELLA QUARTA ONDATA
L’ex deposito è costituito da 4 grandi capannoni, realizzati negli anni ’30, oltre a palazzine che servivano come alloggi del personale militare. Nel momento di attività erano circa 250 le persone, tra soldati di leva ufficiali e sottufficiali, che vi alloggiavano. Una cittadella che potrebbe diventare il punto di riferimento regionale, trasformabile con i fondi del PNRR, raccogliendo tutte le esperienze realizzate in emergenza durante la pandemia, a partire dall’ospedale in Fiera a Milano piuttosto che dal futuro centro sulle malattie infettive annunciato dalla riforma della Salute approvata il primo dicembre scorso, uno dei progetti su cui punta l’attuale giunta Fontana.
L’ex deposito è attualmente nelle disponibilità di Ats Insubria che lo ha preso su disposizione di Regione che, probabilmente, sta pensando di investire, data anche la sua collocazione vicino allo scalo di Malpensa. Tra le potenzialità, anche una base di atterraggio dell’elicottero che venne utilizzata circa 6 o 7 volte dall’Aeronautica.
Cosa si stia davvero progettando e se si stia progettando qualcosa non lo conferma nessuno. Pare solo inverosimile che un dispiego di energie e fondi, come quello messo in campo, sia limitato a una gestione contingente della quarta ondata.
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