Keene “alla Carlisle”, Beane inesauribile: Varese vola con i due USA superstiti
Gli esterni americani sospingono la Openjobmetis che in area trova le rocce del Baltico, Sorokas e Vene. Gentile in altalena, che bello rivedere un ragazzo del vivaio (Librizzi) in campo per davvero
![Openjobmetis Varese - Umana Venezia 76-68](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2022/01/caricamento-temporaneo-per-contributo-164228514837zbfoijcvgqzn6a-1273393.610x431.jpg)
GENTILE 6 – Il voto meno semplice per la partita più complicata. AleGent tira molto male dal campo (3-12) e dalla lunetta (5-12) con i tiri liberi che vanificano anche le cose buone, ovvero le percussioni che caricano di falli i rivali (Mazzola praticamente annullato così). A un certo punto c’è da perdere la pazienza con lui, e forse Seravalli la perde davvero: panchina e Varese che risale forte. Però una possibilità di redenzione c’è per tutti e Gentile non fa eccezione: rientra negli ultimi minuti, mette da parte velleità realizzative, lascia la scena ai compagni in attacco e piazza 2-3 giocate decisive dietro. Non la partita da raccontare in futuro, ma premiamo i lampi positivi.
BEANE 8 – Non ha solo i reattori nelle gambe, ha pure batterie potenti e inesauribili perché al 40′ corre e salta come se fosse in una finale olimpica. E ci mette anche mani rapide (5 rubate), piuttosto morbide (5/8 dal campo) e ginocchia di vanadio che non si rovinano nonostante i ripetuti tuffi sul parquet. L’anima della squadra, l’uomo che incarna al meglio quello spirito fondamentale che deve avere chi rincorre la salvezza.
SOROKAS 7,5 – Come sopra: il “pivot che pivot non è” riesce a duellare alla pari con un totem qual è Mitchell Watt e alla fine il fatturato dei due è praticamente uguale (12+7 per Paulius, 16+8 per il veneziano). Mica poco in un ruolo in cui le previsioni erano logicamente tutte a favore degli orogranata. Un altro che ci crede e che crederà fino in fondo all’obiettivo di questa Openjobmetis, un tipo che piacerà a Roijakkers, ne siamo certi.
DE NICOLAO 6,5 – Chi lo ha detto che per giocare una gran partita è necessario fare canestro? Certo, aiuterebbe, ma non si può che complimentarsi con un playmaker che non solo è il miglior assistman (4) ma pure il rimbalzista più efficace (ben 8). Per la prima volta batte il fratello Andrea in Serie A, nonostante il più anziano gli rifili una stoppatona clamorosa.
VENE 6,5 – Non è, probabilmente, ancora in bolla dopo l’inattività durata quasi due mesi e lo si vede per la prima mezz’ora di gara, quando cioé non fa canestro, spende falli evitabili e incide poco. Però quando è il momento di reagire SSV è in prima fila: un guizzo a canestro, una chiusura con tempistiche perfette, trattamento palla di buon livello e via discorrendo. Con quattro falli a carico va a fare il pivot contro Watt e gli mette la museruola, confermando la sua totale vocazione per questo sport. Ah: avete presente la statistica del plus/minus? La sua dice “25”. Roba de matt, come dicono in Estonia.
LIBRIZZI 6,5 – Praticamente all’esordio, viene sguinzagliato per difendere sul Denik veneziano e per spiegare a Keene come si fa. Il ragazzo del vivaio – cose che si vedevano una volta – fa pienamente il suo dovere, non sfigura affatto e forse causa nel play americano quel moto d’orgoglio che lo riporterà in campo con un altro spirito.
FERRERO 5 (IL PEGGIORE) – Quando Varese risale di prepotenza, il capitano è già da tempo seduto in panchina con uno score davvero deficitario: 2 punti con 7 tentativi, -1 di valutazione e almeno un paio di errori da matita blu al tiro. Serata indigesta per il Gianca, che però è il primo a incitare i compagni alla rimonta.
CARUSO 6,5 – Sette rimbalzi in otto minuti, un erroraccio in attacco e uno in difesa ma pure un canestro e tanta, tanta voglia di dare una mano alla squadra. Ha la fiducia dell’allenatore (di questo almeno, di quello precedente forse no…) e pur con minuti limitati lascia traccia sul match. Servirà anche lui da qui in avanti.
KEENE 8 (IL MIGLIORE) – Ve lo ricordate quel matto di Geno Carlisle? Ecco, Keene questa sera ce lo ha ricordato: triple a grappolo, tirate da ogni dove e – quel che più conta – messe a segno per la gioia di Masnago e gli occhi sgranati della panchina veneziana. La miglior risposta dopo la pessima partita di Bologna e dopo un primo tempo dove non era riuscito a difendere neppure sul massaggiatore della Reyer. La panchina gli ha fatto bene (bravi Seravalli e Jemoli a tenerlo seduto con i tempi giusti) perché al rientro prima è stato un soffio utile, poi un uragano. A Roijakkers il compito di incanalarlo a dovere: così è un’arma totale. MVP CONFIDENT anche per i lettori della nostra #direttavn con il 58% delle preferenze
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