La Ignis, il Real Madrid e quell’autocanestro di 60 anni fa che cambiò le regole
Nella partita di Coppa dei Campioni in via XXV Aprile i madrileni segnarono nel proprio canestro per evitare i supplementari. Una partita (vinta da Varese) che fece la storia del basket

Sono passati sessant’anni esatti da un episodio storico – almeno per il mondo della pallacanestro – avvenuto proprio a Varese e che per anni (ora un po’ meno) è stato raccontato a fondo, sia perché era una cosa mai vista, sia perché avvenuta in una partita europea di primissimo piano, sia infine perché costrinse la Federazione internazionale a intervenire e a cambiare il regolamento.
La cornice è quella della “Casa dello Sport”, o “Palestra dei Pompieri”, insomma l’impianto di via XXV Aprile a Varese che era utilizzato per le partite interne della Ignis, già uno squadrone (aveva da pochi mesi vinto il primo scudetto) ma non ancora la “Grande Ignis” dominatrice sui campi di tutto il mondo. Quella sera i gialloblu di casa allenati dal mitico Rico Garbosi ospitavano nientemeno che il Real Madrid per la gara degli ottavi di finale della Coppa dei Campioni. (foto in alto: la Ignis 1961-62 / archivio Pallacanestro Varese)
Una partita bollente, emozionante ed equilibrata tanto da arrivare sul punteggio di 80-80 (grazie a una rimonta firmata dall’ungherese Toth dell’Ignis) a pochi istanti dalla fine, quando avvenne il “fattaccio”. Forse confuso dalla bolgia (sul canestro del pareggio il pubblico era entrato in campo a festeggiare), ma molto più probabilmente istigato dal suo allenatore Pedro Ferrandiz, l’ala madrilena Lorenzo Alocén prese palla e tra lo stupore generale infilò il proprio canestro consegnando così la vittoria ai varesini di due soli punti.
Una scelta ponderata quella di Ferrandiz: il tecnico blanco infatti temeva che in caso di tempi supplementari la Ignis – forte e spinta dal pubblico – avrebbe potuto vincere con uno scarto più ampio e complicare così il passaggio del turno in vista della gara di ritorno. Un trucchetto che inizialmente fece sorridere i tifosi di Varese che poi, capita l’antifona, non la presero bene assediando focosamente lo spogliatoio madrileno.
Con il senno di poi però l’allenatore spagnolo ebbe ragione: a Madrid il Real – che non aveva ancora vinto alcuna Coppa dei Campioni (avrebbe poi perso la finalissima con la Dinamo Tbilisi) ma era sicuramente squadra più scafata rispetto alla Ignis – vinse con buon margine (83-62) e si qualificò per i quarti di finale.
Come detto, però, la FIBA intervenne dopo quell’episodio antisportivo vietando il ripetersi di situazioni simili: l’autocanestro volontario non è più permesso, mentre invece (ma la casistica è molto rara: di solito accade per qualche tocco nel tentativo di cogliere il rimbalzo) non è sanzionato quello accidentale.
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