Paitoni sorvegliato ai Miogni, martedì la convalida del fermo

Il giudice per le indagini preliminari deciderà per la custodia cautelare in carcere, dove stamani il legale ha fatto visita al suo assistito. Le denunce e carico dell’uomo e la decisione di poter vedere il figlio

omicidio morazzone

Sorvegliato a vista perché «soggetto a rischio»: Davide Paitoni, 40 anni, l’uomo accusato di aver ucciso il figlioletto di 7 anni e di aver tentato di assassinare a coltellate la moglie è stato condotto al carcere dei Miogni dopo le formalità espletate al comando provinciale dei carabinieri di Varese che l’hanno fermato domenica mattina nel corso del blitz in forze a Viggiù, dove il fuggitivo aveva trovato riparo in un capanno di caccia.

La sua posizione di fronte alla legge, in queste prime fasi del procedimento penale nel quale è accusato di omicidio e tentato omicidio oltre che del possesso delle armi improprie e della resistenza ai carabinieri che lo inseguivano e che ha speronato con la sua auto, è chiara: l’ordinanza di fermo firmata dal pubblico ministero di Varese Luca Petrucci dovrà essere convalidata – e lo sarà – dinanzi al giudice per le indagini preliminari con udienza che avverrà nella giornata di martedì. Lo conferma lo stesso legale dell’indagato Stefano Bruno che ha visitato il suo assistito questa mattina in carcere (dove è scontata la permanenza dell’indagato in custodia cautelare).

Paitoni, da quanto riportano fonti di agenzia era ai domiciliari e nonostante questo poteva vedere e stare con suo figlio Daniele, che è accusato di aver ucciso nel pomeriggio del primo gennaio. «L’ordinanza per i domiciliari – ha spiegato all’Ansa il presidente del Tribunale di Varese Cesare Tacconi – è stata firmata il 29 novembre, avallando la misura richiesta dal magistrato che l’ha motivata con il pericolo di inquinamento probatorio, non con la pericolosità sociale, e il giudice non può aggravare la richiesta del pm».

Successivamente, ha proseguito il presidente del Tribunale, «l’avvocato difensore dell’indagato ha chiesto che gli fosse concesso di vedere il figlio e la moglie, dato che secondo ordinanza non avrebbe potuto avere contatti se non con i familiari conviventi, quindi il padre». Il 6 dicembre «il Gip ha autorizzato l’uomo a vedere il figlio».

Relativamente alle denunce della donna e il codice rosso, Tacconi ha precisato «non vi sia in Tribunale alcuna pendenza a carico dell’uomo, quindi se le denunce ci sono, sono ancora in Procura».

Poi ha concluso: «Ho svolto tutti gli accertamenti del caso, tra i due non vi era alcuna separazione formale in corso, se mi sarà richiesto formalmente presenterò una relazione».

Le comunità dei due paesi, colpiti dalla tragedia, Gazzada Schianno e Morazzone, rimangono il giorno dopo attonite e turbate da quanto accaduto alla piccola vittima che viveva gravitando attorno alla frazione di Schianno e alla casa di nonni paterni in una zona residenziale del paese a poca distanza dalla Chiesa e dalla scuola che il bambino frequentava.

Distrutti i famigliari della madre del piccolo, che per ora hanno preferito non commentare.

Il padre dell’uomo arrestato è ospitato a casa di amici in quanto il suo appartamento risulta ancora sotto sequestro.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 03 Gennaio 2022
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