Venduta l’opera NFT “Invisible Girl” dell’artista di Varese Andrea Crespi
Il ricavato andrà a supportare l’importante causa sociale a sostegno dei rifugiati afghani
Andrea Crespi, giovane artista under 30 di Varese, chiude con successo l’asta di beneficenza frutto della collaborazione tra OTB Foundation e CharityStars.com, innovativa piattaforma di charity fundraising. Venduta infatti l’opera in NFT Invisible Girl dell’artista che ha donato il ricavato, supportando attraverso la sua arte, l’importante causa sociale a sostegno dei rifugiati afghani. OTB Foundation sta infatti organizzando una rete di supporto e inserimento per le persone giunte nel nostro paese, oltre a mantenere vivo il suo impegno in Afghanistan. Al vincitore dell’asta è stata trasferita l’opera originale NFT insieme alla stampa fine art firmata e certificata da Andrea Crespi.
L’opera prende ispirazione dalla celebre fotografia “Ragazza afgana” scattata da Steve McCurry nel 1984, e pubblicata sulla copertina della rivista National Geographic Magazine del numero di giugno 1985. L’immagine divenne una sorta di simbolo dei conflitti afgani degli anni ottanta. Durante il regime talebano, in Afghanistan alle donne non veniva permesso di uscire di casa, se non accompagnate da un tutore maschio. Il burqa era obbligatorio, non potevano truccarsi, usare smalto, indossare gioielli. Non potevano lavorare, frequentare la scuola. Non potevano ridere. Il contatto con gli uomini veniva filtrato in ogni modo. Non solo gli abiti coprivano ogni parte del corpo: lo sguardo non doveva incrociare quello di un maschio, la mano non poteva stringere quella di sesso opposto. Invisibili, impercettibili, cancellate al punto da dover limitare il rumore prodotto mentre si muovevano: il rumore dei tacchi venne vietato nel luglio del 1997. Le limitazioni si accompagnavano a punizioni esemplari in caso di trasgressione, con amputazioni e pene di morte eseguite in pubblico. Tantissime in quegli anni si sono tolte la vita.
Una piccola finestra sull’arte contemporanea a supporto del progetto della onlus del gruppo OTB. Andrea Crespi ha voluto devolvere l’intero ricavato della vendita alla fondazione garantendo così parte dei fondi necessari alla continuazione del progetto nel 2022. Ancora una volta l’arte contemporanea ha dimostrato la sua forza nel supportare importanti cause sociali, e questa volta si tratta proprio di una opera in NFT (Non Fungible Token) creata per l’occasione da Andrea Crespi. Il suo lavoro si sviluppa nella continua indagine di diversi media e temi tra cui l’illusione ottica, la trasformazione sociale e la rivoluzione digitale. Per l’artista il concetto di arte non può avere una definizione univoca, chiusa e immutabile. L’arte infatti, secondo Andrea Crespi, si può manifestare in tanti modi.
A differenza di tanti altri artisti per Andrea non c’è stato nessun passaggio, nessuna transizione dall’arte tradizionale a quella digitale poiché l’artista è figlio di quest’era. Con Invisible Girl Andrea Crespi conferma che l’arte digitale è il suo l’habitat naturale, il suo punto di partenza e non di arrivo e dimostra che gli NFT di cui si parla tanto in questo periodo, spesso accusati di favoreggiare movimenti illeciti, possono essere utilizzati per giuste cause e fare del bene.
Andrea Crespi nasce il 3 agosto 1992 a Varese. Laureato in design del prodotto industriale all’Istituto Europeo di Design a Milano, intraprende subito una carriera improntata sulla comunicazione e le arti visive. Parallelamente al suo lavoro di art director in un’agenzia creativa di Lugano in Svizzera, inizia il suo percorso artistico realizzando le sue opere come autodidatta e condividendole nei suoi social, soprattutto sul suo profilo Instagram. La costanza e la determinazione e la continua sperimentazione lo hanno aiutato a far riconoscere il valore del suo lavoro a livello internazionale. Decide così durante la prima pandemia, in un momento storico pieno di incertezza sul futuro, di lasciare il suo lavoro a tempo indeterminato per seguire la sua vera natura, aprire il suo studio e investire tutto il suo tempo e le sue energie nel suo progetto artistico. Oltre a realizzare opere di grande impatto visivo dove bellezza e provocazione sono temi centrali, viene spesso chiamato da importanti realtà come il Leopold Museum di Vienna, l’archivio storico di Milano, Bulgari per sviluppare progetti artistici, spesso connessi al mondo del fashion e su tematiche sociali.
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