Campagna vaccinale massiva verso la conclusione: l’hub di Rancio potrebbe spostarsi a Cassano Valcuvia

Tra le ipotesi sul tavolo, in vista della chiusura del centro allestito dall'Esercito, ci sarebbe un'ala dell'ex sede della Comunità montana. Uno spazio per 5 linee vaccinali a cui affiancare un servizio di tamponi drive trough

Il centro vaccinale di Rancio Valcuvia

La campagna vaccinale massiva si avvia alla fase conclusiva. Con oltre 6,5 milioni di terze dosi somministrate o prenotate, quasi 650.000 bambini coinvolti e adesioni superiori al 90% nella fascia vaccinabile, la Regione Lombardia ha segnato il record di somministrazioni in un confronto europeo ogni 100 abitanti. La nostra regione fa da traino all’Italia che, comunque, è seconda solo alla Danimarca.

Questa settimana, nel territorio di Ats Insubria si raggiungerà il milione di terze dosi effettuate. Con una macchina vaccinale in piena corsa, l’unità di crisi diretta da Guido Bertolaso sta progettando la fase successiva, superata l’emergenza, dove il sistema di sorveglianza e sanitario potrà allentare.

Aperto il grande centro delle emergenze a Gallarate, capace di dare risposte massive di fronte a possibili ed eventuali emergenze future, ci si concentra sull’offerta nei territori più periferici.

In particolare, la zona del Verbano, che ha costruito attorno all’hub di Rancio Valcuvia la sua capacità erogativa, sta pensando al dopo. La tensostruttura dell’Esercito dovrà essere smantellata entro breve: per evitare di sguarnire l’area, si stanno valutando alcune opzioni con Comunità Montana, Ats Insubria e Asst Sette Laghi. « Oggi la richiesta è di vaccini e tamponi – spiega Marco Magrini dell’Unità di crisi regionale – le linee operative prevedono la costruzione di centri più piccoli e snelli. Tra le opzioni in discussione c’è l’ala dell’ex sede della comunità montana a Cassano Valcuvia. È uno spazio ampio che potrebbe ospitare 5 linee vaccinali. Al fianco si potrebbe riattivare il punto tamponi in modalità drive trough come era avvenuto nell’autunno del 2020.  Sono tutte soluzioni limitate che, in caso di emergenza, verrebbero affiancate dal sistema delle farmacie per i tamponi e dal grande centro delle emergenze di Gallarate che rimarrà una risorsa per tutta la provincia».

Per la zona di Arcisate, si pensa di mantenere il modello gestito dalla Cooperativa Medici Insubria che ha ottenuto risultati notevoli , mentre per la città di Varese si continuerà a puntare sull’offerta dell’ospedale, mentre sul piccolo centro di Masnago si potrebbero valutare ulteriori e nuove prospettive. 

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Pubblicato il 02 Febbraio 2022
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