Cardano al Campo dedica un parco al 10 febbraio, nel ricordo dell’esodo e delle vittime delle foibe
A ridosso della data del Giorno del Ricordo, che fa memoria dei territori persi alla fine della Seconda Guerra Mondiale
Cardano al Campo ricorda le vittime delle foibe e gli esuli istriano-dalmati con la dedicazione del Parco 10 Febbraio, inaugurato sabato 12 .
Alla cerimonia erano presenti il sindaco Maurizio Colombo, il vicesindaco e assessore alla cultura Valter Tomasini, don Aldo Mascheroni che ha recitato la preghiera degli esuli, il corpo musicale La Filarmonica, i giovani del Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze guidati dal sindaco Alessandro Pinto, presenza sottolineata anche da Colombo. Presenti anche i sindaci dei vicini Comuni di Samarate, Casorate Sempione e Arsago Seprio.
«Come autorevoli Statisti dissero, in passato, in quegli anni fu attuato un crimine contro l’umanità con la pulizia etnica, che anche il nostro Presidente Mattarella in un suo trascorso intervento al Quirinale non mancò di ricordare sostenendo che non saranno mai giustificabili le azioni repressive, le atrocità, gli stermini di massa, le guerre, l’odio razziale che ha contraddistinto il secolo passato» ha detto il sindaco Maurizio Colombo.
«Gli uomini si sono macchiati di violenze che mai si sarebbe potuto immaginare, accecati dalle diversità popolari, da un disegno criminale di sopraffazione ideologica, dalle differenti appartenenze etniche, sociali, culturali o nazionali. In questo scenario, il dramma delle Foibe assume i contorni di un genocidio di ferocia inaudita, inaccettabile, ingiustificabile. Dopo le prime esecuzioni, risalenti ai giorni immediatamente successivi all’otto settembre del 1943, si susseguirono gli eccidi, le deportazioni, i soprusi. Episodi che proseguirono anche dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale , annoverandosi tra le più gravi e drammatiche stragi di italiani compiute in tempo di pace».
«La data del 10 febbraio ricorda il giorno in cui nel 1947 fu firmato il trattato di pace che assegnava alla Iugoslavia l’Istria e la maggior parte della Venezia Giulia. Tanto sangue innocente bagnò quelle terre» ha continuato il sindaco. «Cardano oggi con la vostra presenza vuole dare un onorevole risalto e tributare il giusto rispetto dovuto a tutti coloro che sono stati inconsapevoli ed obbligate vittime di quelle atrocità nella recondita speranza di raggiungere la necessaria maturità civica e sociale affinchè non si ripetano mai più simili nefandezze».
l ricordo dell’esodo istriano
Furono 300mila gli italiani che lasciarono il territorio passato alla Jugoslavia, minacciati dall’eliminazione fisica di persone in parte ritenute colpevoli di complicità con la politica antislava e le repressioni violente del precedente regime fascista, in parte perché considerate “irriducibili” al nuovo regime comunista che si andava imponendo (una ricostruzione complessiva valida si trova nel documento della Commissione Italo-Slovena, frutto di un lavoro quasi decennale degli storici).
Per quanto le modalità di eliminazione siano state diverse, simbolicamente le violenze sono rappresentate dalle foibe, le cavità naturali usate per far sparire i corpi.
Il “Giorno del Ricordo” cade il 10 febbraio, anniversario dei trattati di pace di Parigi, imposti all’Italia a fine della Seconda Guerra Mondiale, che comportarono la perdita delle colonie, di tre province tra Venezia Giulia e Dalmazia (a favore della Jugoslavia), di tre Comuni sulle Alpi Marittime (a favore della Francia).
Il Giorno del ricordo è stato istituito dalla Repubblica nel 2004, “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
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