Centinaia di studenti del liceo Crespi in piazza San Giovanni a Busto: “Ascoltate il nostro disagio”

Circa 500 studenti si sono trovati venerdì mattina per riflettere su quanto avvenuto ieri nella loro scuola con il tentativo di suicidio di una loro compagna. La dirigente: "Pronti ad un incontro con la psicologa"

manifestazioni studenti liceo crespi busto arsizio 24 febbraio 2022

Questa mattina, venerdì, un nutrito gruppo di studenti del liceo Crespi di Busto Arsizio ha voluto manifestare le proprie emozioni dopo i fatti avvenuti ieri (foto di repertorio), quando una studentessa di 15 anni ha tentato il suicidio buttandosi da una finestra al secondo piano dell’edificio (fortunatamente senza riuscire nel proprio intento, ndr), e ha avanzato una richiesta alla dirigente Cristina Boracchi.

In un primo momento i ragazzi (circa 500) si sono trovati prima delle 8 in piazza San Giovanni dove è stato fatto un cerchio e in molti hanno preso la parola, esternando le proprie sensazioni. Sono state lette alcune riflessioni ed esposti cartelloni al centro del cerchio. Poco dopo le 8 il gruppo è arrivato nel cortile della scuola dove una parte è rimasta in attesa della dirigente con la quale ha poi avuto un colloquio.

Gli studenti hanno chiesto di poter avere un confronto con la psicologa e la stessa dirigente per riflettere sulle modalità con cui è stata affrontata la vicenda, cercando di instaurare un dialogo tra professori e studenti. L’obiettivo, specificano, non era quello di strumentalizzare quanto accaduto ma di far emergere un bisogno sempre più forte di supporto e di una maggiore sensibilità verso il disagio psicologico che molti sentono di subire dopo due anni di restrizioni.

Presto ci sarà, dunque, un confronto con la preside e la psicologa attraverso un’assemblea che vedrà i rappresentanti di classe e di istituto in presenza e gli altri studenti in collegamento telematico.

«Gli studenti hanno dato un segnale forte – ha commentato la dirigente Cristina Boracchi -. Ciò che mi è stato chiesto è all’incirca quello che abbiamo pensato di fare con la psicologa per dare supporto ai ragazzi. Siamo tutti d’accordo sul fatto che il caso della studentessa non va usato, la sua è una situazione molto particolare e la famiglia sta già soffrendo abbastanza».

La dirigente, però, ha dovuto affrontare le critiche di alcuni genitori, espresse in una lettera pubblicata su alcune testate locali, e di una ex studentessa che ha scritto a Varesenews lamentando una mancanza di «cura per le problematiche psicologiche emerse in questi anni di didattica mista. Quello che hanno chiesto i miei compagni oggi non è stato “una diminuzione di studio” o “un migliore planning delle attività”, ma una semplice attenzione in più riguardo la loro salute mentale è un approccio differente nei loro confronti. La cura della sanità mentale degli studenti non è un moda o una cosa popolare, ma è una necessità. Si ha bisogno di indagare, di fare degli incontri dove i ragazzi sono ascoltati per capire cosa non va nella loro vita. C’è bisogno di capire se la scuola influisce troppo negativamente sulla loro esistenza e bisogna capire quali sono le dinamiche tossiche che esistono in quelle quattro mura» – scrive la ragazza.

La dirigente è convinta di aver agito nella maniera più corretta «e lo attestano anche le centinaia di messaggi di stima e di offerte di aiuto arrivati da parte di molti genitori». Poi continua: «Ieri alcuni miei colleghi docenti non riuscivano a parlarne in classe anche a causa di una fortissima pressione emotiva. Ho chiesto di non fare gossip di far fluire i pensieri dei ragazzi. Sono andata in tutte le aule del corridoio a parlare coi ragazzi. Non ho detto di non parlarne ma del rispetto silenzioso necessario in quel momento per una famiglia che soffre. L’obiettivo era contenere e rassicurare avendo massima attenzione e rispetto per la famiglia della nostra studentessa».

Anche l’assessore alla Politiche Giovanili Daniela Cerana ha voluto commentare quanto avvenuto ieri e questa mattina, cercando di spiegare cosa si sta facendo a livello di amministrazione comunale: «Il disagio dei ragazzi in generale è sempre più evidente ed è difficile saperlo leggere per tempo. Le agenzie educative devono davvero prestare molta attenzione e prima di tutto famiglia e scuola devono lavorare insieme. Quando questo asse funziona si ottengono risultati importanti. Non mi sto riferendo a questo caso in particolare ma mi rivolgo a tutte le famiglie e a tutte le scuole di Busto Arsizio».

Proprio per dare qualche risposta, prima di Natale, l’assessore aveva avviato un tavolo sulle politiche giovanili coinvolgendo i giovani che si erano candidati nelle varie liste alle ultime elezioni amministrative: «Le idee ci sono, spero si possano mettere in pratica al più presto» – ha concluso.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Febbraio 2022
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