Cittadini chiamati a decidere la fusione di Bardello con Malgesso e Bregano
Il voto sarà domenica 20 febbraio dalle 7 alle 23. Sarà approvato se raccoglierà la maggioranza favorevole in tutte e tre le comunità. A Bregano la voce contraria della Casa degli Italiani
È una consultazione dall’esito che appare scontato. Le voci contrarie all’ipotesi di fusione si sono spente davanti ai vantaggi che la scelta di superare il campanile possono portare.
CHIAMATI AL VOTO QUASI 3000 CITTADINI
Domenica 20 febbraio, dalle 7 alle 23, i cittadini dei tre comuni di Bardello, Bregano e Malgesso potranno andare a votare per esprimersi sul passaggio dall’attuale Unione alla più concreta fusione.
Il referendum, che non ha quorum, è un coinvolgimento importante per capire gli umori della collettività. E i mugugni sembrano ormai essersi sopiti: « Qualche voce contraria, all’inizio, c’era – commenta il sindaco di Bardello Luciano Puggioni – magari tra i cittadini più anziani e più attaccati al campanile. Ma, alla fine, si sono tutti resi conto che i benefici sono concreti e che, comunque, indietro non si torna. L’Unione rimarrebbe con tutti i limiti di un’aggregazione dove rimangono 3 sindaci e tre amministrazioni».
RISOLTI I PRINCIPALI DUBBI
Tutti i principali nodi sollevati sono stati risolti: la sede del comune sarà centrale e Bregano, ma i servizi essenziali rimarranno presenti nei tre attuali paesi. Non sarà richiesto di cambiare i documenti di identità e non si toccherà la nomenclatura delle vie a cui verrà solo aggiunta la dicitura “ località” con il nome dell’ex comune ( Località Bregano o Località Malgesso).
RICHIESTO IL VOTO FAVOREVOLE DI TUTTI E TRE I COMUNI
Non è previsto il raggiungimento di un quorum minimo di votanti, ma è richiesta la maggioranza favorevole di tutte e tre le comunità votanti. Dovessero prevalere i no, si proseguirebbe con l’Unione e il referendum non potrebbe più essere proposto nei prossimi 5 anni.
LA CASA DEGLI ITALIANI A BREGANO UNICA VOCE DISSENZIENTE
L’unica voce dissenziente, però, è quella dei tre consiglieri d’opposizione di Bregano: «C’è stata poca comunicazione e poco coinvolgimento – commenta Gianni Armiraglio capogruppo della Casa degli Italiani – Noi chiedevamo che prima si risolvessero i problemi interni dei singoli paesi. Invece ci hanno denunciato per diffamazione. Di fatto, non crediamo che la fusione di tre comuni così piccoli, che non arriveranno nemmeno a 5000 abitanti, porterà davvero qualche beneficio: vedremo quali risparmi e quali fondi in più ci saranno a disposizione e , soprattutto, per quali opere».
I FONDI IN ARRIVO ANDRANNO SPESI BENE
Il Sindaco di Bardello Puggioni fa presente che la nuova realtà amministrativa potrà contare su contributi statali di circa 569.000 euro all’anno per dieci anni: « Ai cittadini raccomando di verificare bene come saranno impiegati quei fondi perchè, con i giusti investimenti, il nuovo comune di Bardello con Malgesso e Bregano potrà cambiare notevolmente e attirare più investimenti e più residenti».
La fusione, rispetto all’attuale Unione, permetterà di ridurre da 39 a 15 persone il fabbisogno della macchina amministrativa con un risparmio annuo di 44.000 euro oltre ad aprire le porte di bandi e incentivi regionali e nazionali.
IL NUOVO SINDACO SARA’ ELETTO NEL 2023 MA A GIUGNO BARDELLO ANDRA’ AL VOTO
Nel caso il risultato fosse positivo, le amministrazioni andranno in scadenza a fine anno, sostituite da un commissario che traghetterà verso le elezioni del nuovo sindaco e consiglio comunale unico.
Soltanto i cittadini di Bardello saranno chiamati a rinnovare l’amministrazione a giugno. Il sindaco Puggioni non si vede più in un ruolo di amministratore nel futuro comune: « Ormai è tempo di farmi da parte. Se fosse necessario, potrei rinnovare l’incarico fino a dicembre perché, chiunque dovesse arrivare in comune, non avrebbe molto tempo per comprendere i tanti meccanismi della gestione burocratica amministrativa».
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Bardello merita questa Fusione?
Il futuro di Bardello affidato ad un dépliant. E’ questo l’epilogo dopo sette anni di Unione Ovest Lago di Varese con Bregano e Malgesso consacrata alla Fusione. Una Unione che a Bardello era stata voluta, o subita, da una nuova amministrazione nata più dalla necessità di amministrare una strada che un intero paese. Composta da persone rispettabilissime, ma, in quel periodo, tutte alla loro prima esperienza amministrativa e ancora inconsapevoli di quello che i loro concittadini gli avevano affidato d’amministrare. Probabilmente il trovarsi di fronte ad una realtà fino a quel momento sconosciuta, o quanto meno diversa da quella che si aspettavano (è sempre più facile criticare che fare), e comunque costretti ad affrontarla per salvaguardare quello per cui erano scesi in campo, li ha indotti a inseguire chi aveva visto nella loro ingenua inesperienza l’inaspettata occasione per risolvere (con l’Unione) i problemi del proprio comune. Una Unione che non ci ha mai visti protagonisti, ma piuttosto accondiscendenti alle decisioni altrui. L’aver stabilito fin dall’inizio che Bardello fosse l’ultima, dopo Bregano e Malgesso, ad avere la presidenza dell’Unione è un emblematico esempio, insieme alla cessione di uffici e personale, del ruolo secondario e defilato che i nostri amministratori hanno avuto (o voluto tenere) nella formazione e gestione del nuovo ente. Il risultato è stato che i bardellesi, per avere quei presunti vantaggi di cui però hanno potuto godere tutti, e qualcun altro anche di più, sono stati improvvisamente costretti (costretti perché nessuno glielo aveva chiesto), diversamente da altri, a rinunciare a tutto quello che per decenni avevano avuto nel centro del proprio paese. Anche le pompose promesse di migliori servizi che con economie di scala e un presunto maggior peso contrattuale dell’Unione avrebbero dovuto migliorare la vita dei cittadini e ridurre il peso delle tasse, promesse utilizzate anche per edulcorare il sacrificio del proprio comune, in questi sette anni non sembrano aver avuto un concreto riscontro nella realtà.
In questo contesto oggi ci viene proposto con il referendum la scelta di trasformare o meno l’Unione in Fusione. Una scelta che potrebbe segnare il futuro amministrativo, ma non solo, di Bardello e degli altri due comuni; resa ancora più importante dal fatto che la Fusione dei comuni è di fatto irreversibile: infatti, in caso di ripensamenti futuri, la legge non consentirebbe più di ritornare al proprio comune. Eppure siamo arrivati a pochi giorni dal referendum in un clima ovattato e pieno di silenzi, come se la Fusione riguardasse altri comuni: nessun serio coinvolgimento dei cittadini e completa assenza di quei confronti utili per la formazione di una opinione personale e possibilmente libera da condizionamenti e interessamenti altrui. Gli unici incontri, uno solo per ciascun comune, convocati soprattutto perché obbligati dalla procedura per ottenere il referendum, anche per la poca pubblicità ricevuta, hanno visto la partecipazione di pochi cittadini.
E così la maggior parte delle persone ha saputo del referendum sulla Fusione da un minuscolo e asettico, oltre che incontestabile, dépliant trovato nella cassetta delle lettere, in cui sono illustrate sinteticamente le fortune future che potremmo avere votandola; oppure attraverso quei personaggi che programmati come robot girano il paese ripetendo, a volte senza conoscerne a fondo il significato, quello che gli è stato detto di dire.
Indubbiamente le limitazioni imposte dall’epidemia di Covid hanno reso difficile ai nostri amministratori la pianificazione di incontri il più possibile partecipati, in cui spiegare direttamente ai cittadini la scelta della Fusione e rispondere a eventuali dubbi, perplessità o critiche; come peraltro è stato impedito anche a chi avesse avuto l’intenzione di organizzare altrettanti incontri per spiegare la contrarietà ad una Unione e Fusione strutturata in questo modo.
L’aver proposto il referendum proprio in un periodo particolare come questo in cui è difficile se non impossibile coinvolgere la maggior parte dei cittadini su un argomento che riguarda il futuro del loro paese, può far nascere il dubbio che sia stata, invece, un buona occasione per evitare discussioni e contrapposizioni che avrebbero potuto ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo Fusione. E mentre le belle promesse esposte nel dépliant trovato nella cassetta delle lettere solo in futuro le potremo vedere confermate o meno, quello che all’indomani del referendum potrebbe essere certo con l’eventuale Fusione sarà, per alcuni il definitivo consolidamento di quello che con tanta facilità hanno ottenuto, per altri la possibilità di soddisfare finalmente l’impaziente ambizione di governarla, per altri ancora probabilmente l’occasione per defilarsi e lasciare l’onere di amministrare quello che rimane del proprio comune a chi verrà.
Ma Bardello merita una Fusione fatta e proposta in questo modo? Forse si, se si considera che diversi cittadini di Bardello, a ragione o torto, per un cambio di viabilità avevano protestato, manifestato, coinvolto giornali e televisioni e appeso per mesi lenzuola di protesta su una intera via, ma nel momento in cui gli è stato portato via l’intero comune il silenzio e l’indifferenza sono di nuovo calati su Bardello. E allora…, buon referendum a tutti!
Di Donato Emilio
cittadino di Bardello