Il comitato Antifascista di Busto e il parco intitolato a Norma Cossetto: “Bene la mozione ma non chi la propone”

Il comitato critica il tentativo di "revisionismo storico da parte di esponenti di un partito che dà spazio a chi vuole la libertà di definirsi fascista"

cossetto norma

Il comitato Antifascista di Busto Arsizio interviene sulla mozione approvata dal Consiglio comunale di Busto Arsizio, all’unanimità, sull’intitolazione di un parco a Norma Cossetto, vittima della persecuzione da parte dei sostenitori del regime di Tito nei confronti dei cittadini italiani di Istria e Dalmazia.

«Difficile dire qualcosa oltre se non riconoscere la morte orribile che ha dovuto subire una donna, Norma Cossetto, vittima di un tempo atroce e riconoscere che proprio quella stessa fine è un appello a che mai più accada. Accadeva nell’ottobre del ’43, in Istria» – scrivono i componenti del comitato.

«Nel febbraio 2022, in centro a Busto Arsizio una foto di gruppo, pubblicata su alcuni giornali online, ritrae chi celebra il successo della proposta di intitolare un luogo pubblico alla memoria di Norma Cossetto. Ma la foto di gruppo solleva ben altri ricordi anche recenti e la memoria di un passato già condannato dalla Storia ma che il presente, smemorato ed ignorante, ci ripropone come un abbondante rigurgito. Alcuni tra coloro in posa per il ritratto, in sfregio anche a ruoli istituzionali attribuiti loro nella cornice della nostra Repubblica figlia della Resistenza e costruita sulla Costituzione, hanno reclamato pubblicamente in diverse occasioni di potersi dichiarare fascisti; potremmo elencare altre “perle,” ma ci fermiamo qui».

Ad infastidire gli antifascisti è la presenza di personaggi legati, in passato, a gruppi di estrema destra e l’uso della vicenda istriana con l’obiettivo di riscrivere la storia: «Le radici del fascismo e del nazismo, suo prodotto, affondano nei massacri della guerra, nelle bombe degli anni della strategia della tensione, fino alle più recenti violenze anche in tempi di pandemia. E’ da questo sfondo che dal gruppo ritratto in foto, proprio su una storia tragica come quella della morte di Norma Cossetto, complicata e tragica come è la Storia di quei luoghi del confine orientale, si solleva l’accusa con nome e cognome: partigiani comunisti (come si legge da dichiarazioni della parlamentare di FdI presente e riportate dalla stampa). Il sillogismo è dietro l’angolo: una donna muore in maniera orribile, uccisa dai partigiani comunisti, ergo i partigiani (peggio se comunisti) hanno fatto cose orribili. Ed ecco spianata la strada alla manomissione della Storia ed al revanscismo fascista».

Il comitato specifica che nessuno in consiglio comunale o tra le associazioni del territorio abbia posto il problema: «Che i fascisti (o chi si ispira a quella storia e a quelle idee) facciano da sempre il lavoro di riscrittura della Storia, è certo uno sporco lavoro ma pare che qualcuno continui ad aver voglia di farlo. Ma gli altri? Quelli che né provengono né ripropongono oggi quel tetro passato, anzi che si dicono contro e che nelle assise votano e possono anche parlare, o quanti hanno come proprio compito la difesa della memoria e della memoria partigiana, che dicono? Qualcuno ha obiettato che mentre la proposta di intitolazione alla memoria di Norma Cossetto è ricevibile, non lo è altrettanto chi la propone?».

Concludono: «Che in tante città si siano poste obiezioni ad atti come questo votato all’unanimità a Busto, promuove la città medagliata per la Resistenza a quale nuovo riconoscimento e dato da chi? Una studentessa di Busto ha chiesto durante il recente incontro con Enzo Fiano per la giornata della memoria “Quando fosse il momento per dire no, per opporsi, quando gli italiani non ebrei avrebbero potuto o forse dovuto opporsi a questi soprusi?”. Oggi è altro tempo e altra situazione, ma un senso profondo rimane e per questo riproponiamo la stessa domanda, posta in questa che si dice una democrazia tra le più ricche, perché è domanda che interroga non solo le scelte nel presente, ma la ragione di reiterati e colpevoli silenzi».

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Pubblicato il 21 Febbraio 2022
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