Giornata mondiale contro il cancro: prevenzione e diagnosi precoce fondamentali ma occorre fare rete
Adele Patrini, nel ruolo di paziente e presidente sia di Caos sia della Favo Lombardia, traccia un bilancio dell'attività di prevenzione in campo oncologico e spiega le novità legate alla riforma della sanità
“Fare rete, fare squadra, costruire un modello uguale per tutti”.
Nella giornata mondiale contro il cancro, Adele Patrini, Presidente dell’associazione Caos e neo eletta presidente della sezione lombarda della FAVO, spiega la sua ricetta per un sistema di presa in carico più efficiente e puntuale.
OPEN DAY E SCREENING SOLO SE COLLEGATI ALLA PRESA IN CARICO
« La rete è la prima arma concreta nella lotta contro tutte le patologie tumorali – spiega Adele Patrini come presidente di Favo – ogni occasione, situazione o evento sono buoni per fare diagnosi precoce ma solo se le persone vengano poi inserite in un percorso di presa in carico per costruire quello che si chiama “PDTA”. E l’offerta dovrà essere uguale per tutti, a prescindere da territorio, regione o ambito di residenza».
POCHI RADIOLOGI PER LA REFERTAZIONE
La giornata contro il cancro, che cade oggi 4 febbraio, rimette al centro il tema della prevenzione e della diagnosi precoce che in questi due anni di pandemia ha sofferto.
Lo screening alla mammella, per esempio, è rimasto completamente fermo nel primo lockdown e quando, nel settembre 2020 l’Asst Sette Laghi riaprì il servizio, 7900 donne dovevano essere convocate: alla prima alla paziente che si presentò fu subito individuato un nodulo tumorale.
L’attività di indagine ripresa a pieno ritmo, però, si scontra con una difficoltà a mantenere tempi adeguati di refertazione a causa della mancanza di professionisti: in particolare, mancano radiologi specializzati nella lettura delle mammografie e si arriva anche a tre mesi di attesa della diagnosi.
« Da paziente che ha avuto tre cancri – commenta Adele Patrini – io sono fermamente convinta dell’importanza degli screening e della diagnosi precoce, perchè mi hanno salvato la vita. Per questo motivo, con l’associazione Caos che presiedo, ho sempre sostenuto e promosso attività di screening e open day sul territorio. Ma ogni iniziativa deve avere un forte legame con l’ospedale, per assicurare la presa in carico ed evitare che la donna sia costretta ad arrangiarsi nella ricerca della cura».
TAVOLO TECNICO ISTITUZIONALE PERMANENTE DEDICATO ALLA PREVENZIONE ONCOLOGICA
Grazie alla riforma della sanità, approvata nel dicembre scorso in regione Lombardia, il terzo settore ha acquisito un ruolo istituzionale: «È una novità importante – commenta Adele Patrini, nella veste di presidente Favo – non siamo più un supporto importante ma eventuale, ma diventiamo un attore strategico. Come primo atto, ho chiesto e ottenuto che Ats Insubria attivi un tavolo tecnico permanente che vedrà coinvolte le aziende ospedaliere e le associazioni di volontariato che si muovono in campo oncologico all’interno degli ospedali. Tra le prime azioni, che penso di proporre, c’è quella di effettuare una fotografia dei bisogni di ogni territorio. Ci sono esigenze differenti e sensibilità particolari. Se abbiamo lo stato dell’arte, si potrà costruire la rete di presa in carico più precisa e puntuale. La diagnosi precoce è fondamentale e non si deve disperderne l’efficacia in tempi d’attesa troppo lunghi. La sanità è destinata a spostartsi sul territorio, per cui diventa strategico disegnare un modello di presa in carico più efficace. I tempi sono maturi per innovare».
In regione Lombardia, sono tre gli screening attivi: quello mammografico, quello al colon rettale quello alla cervice uterina
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