I bancari della First Cisl: “Vogliamo meno esodi e più investimenti”
Alberto Broggi (segretario provinciale): "Occorre spostare il piano del ragionamento dalle probabili uscite alla valorizzazione delle risorse umane"
«Basta con gli esodi e le ristrutturazioni, questo è il momento degli investimenti». Alberto Broggi, segretario provinciale della First Cisl, cerca di andare oltre il risiko bancario che ha stravolto la geografia del credito in Italia e anche il percorso lavorativo di migliaia di persone. I bancari negli ultimi dieci anni hanno pagato, più di qualsiasi altra categoria, il prezzo più alto della disintermediazione innescata dalle tecnologie digitali. «Il piano di Intesa Sanpaolo – continua Broggi – porterà alla chiusura di altri 1050 sportelli in Italia e se andrà in porto la fusione tra Unicredit e Banco Bpm assisteremo ad altre chiusure ed esodi. Occorre spostare il piano degli interventi dalle probabili uscite, alla valorizzazione delle risorse umane coinvolte in questi processi di aggregazione e ristrutturazione. l’unica via per farlo è quella della formazione».
La First Cisl dei Laghi prova dunque a fare un ragionamento che parte da due condizioni oggettive: i soldi che arriveranno sul territorio con il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), da una parte, e la peculiarità profondamente transfrontaliera di questa provincia, dall’altra. «Chiederemo un tavolo di lavoro – continua Broggi – che coinvolga istituzioni, lavoratori, imprese e banche del territorio per coordinare il nostro Pnrr con il piano di ripresa messo a punto dalla Svizzera, con prospettive interessanti per le realtà bancarie e non solo del territorio. Non dimentichiamo che nel Canton Ticino lavorano 40mila italiani».
«Bisogna investire nelle professionalità – aggiunge Gianni Vernocchi, portavoce della First Cisl – mentre le banche negli ultimi anni hanno pensato solo a ristrutturare. Prevedere un piano specifico su questo territorio ci consentirebbe di guardare al futuro tenendo conto degli avvenimenti bellici recenti che hanno portato alla guerra tra Russia e Ucraina. È chiaro poi che c’è anche un tema relativo alle imprese esposte economicamente sui mercati russi, che naturalmente andranno supportate».
Il sindacato dei bancari della Cisl punta dunque a un’armonizzazione del piano di ripresa svizzero, per affrontare il post pandemia e la transizione, con il Pnrr italiano. «Il 50% della forza lavoro nel Canton Ticino è di origine italiana – continua il sindacalista – è chiaro che tramite le associazioni di categoria, le imprese e le banche del territorio, bisogna trovare un punto di incontro di questi interessi attraverso gli investimenti che possono valorizzare i centri deliberativi sul territorio. C’è un’interdipendenza e un’interconnessione di interessi economici di cui bisogna tener conto. Ignorarla sarebbe un grande errore».
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