Ha inizio l’anno della Tigre. “Anche a Varese festeggiamo il Capodanno cinese”
Sono tante le tradizioni che si tramandano in questa festività importante per la comunità cinese. Ce ne parla Liya Chiang del ristorante Haru di via Cavour di Varese

Si celebra oggi, 1 febbraio, il Capodanno cinese. Si apre l‘anno della Tigre, simbolo di forza, coraggio, intelligenza e temperanza. Sono tante e molto interessanti, le usanze che accompagnano questa festività. Abitudini e ritualità di buon auspicio che anche le famiglie cinesi che vivono in Italia, continuano a rispettare.
«Si parte il 31 gennaio con la festa in famiglia» racconta Liya Chiang, volto noto a Varese poiché titolare di uno dei ristoranti orientali più conosciuti e frequentati della città, l’Haru di via Cavour. «Il Capodanno per noi è una festa molto sentita che dura circa due settimane e in questi giorni, in Cina si sospendono anche le attività per festeggiare questa ricorrenza importante».
È la convivialità l’elemento che caratterizza l’evento. Abbiamo tutti in mente le sfilate scenografiche, la musica, le lanterne illuminate e i fuochi d’artificio che caratterizzano il Capodanno in Oriente ma è proprio la voglia di comunità e vicinanza tra le persone care a rendere particolare questa festa.
I piatti tipici
Non sono naturalmente cotechino e lenticchie in questo caso ad accogliere il nuovo anno, ma altre specialità della cucina cinese (una delle più ricche e variegate) che conservano un significato molto simile. «I gnocchi sono il piatto che porta fortuna. La parola che usiamo per definirli, letteralmente significa “ogni anno più alto”, possiamo interpretarlo così: un anno buono per ogni gnocco che mangiamo – precisa Liya -. Poi ci sono i dolcetti di riso, altra ricetta simbolo di questa festa». Un ulteriore ingrediente che si trova nei menu del Capodanno cinese è il pesce «simbolo di ciò che di buono resta dall’anno precedente e che permette di affrontare con più serenità quello che verrà».

Le cene in famiglia
«La vigilia del Capodanno si trascorre in famiglia, mangiando insieme e aspettando la mezzanotte. Si fa festa insieme, accogliendo il nuovo anno in alcuni casi con i fuochi d’artificio. In Lombardia uno dei luoghi dove questo momento è più sentito e scenografico è naturalmente la zona di via Paolo Sarpi a Milano, nonostante il Covid abbia imposto molte restrizioni».
La più grande differenza, rispetto al Capodanno occidentale sta nella durata dei festeggiamenti. «Dopo il veglione – spiega Lia – si trascorrono i giorni successivi dai parenti, anche se negli ultimi anni sono sempre di più i cinesi che preferiscono festeggiare al ristorante».
La busta rossa e le pulizie per spazzare via l’anno vecchio
Molte tradizioni si sono un po’ perse in Italia, sia per la lontananza che per la difficoltà di tramandarle alle nuove generazioni. Alcuni riti però resistono come quelli che riguardano i più piccoli. «Gli adulti consegnano ai ragazzi e ai bambini una busta rossa, molto attesa, perché contenente dei soldi in regalo, anche questo è un gesto da considerare un buon auspicio – conclude Lia Cheng – così come l’usanza di pulire a lucido tutta la casa prima della festa, proprio per spazzare via tutti i resti dell’anno vecchio e prepararsi ad accogliere il futuro che verrà».
(Immagini Pixabay)
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