Milano e le sue due modernità a confronto nel primo appuntamento della rassegna Visionare

E’ stato molto partecipato il primo appuntamento ufficiale della rassegna Visionare, organizzata dall’Ordine degli Architetti di Varese

La Milano Moderna nel primo incontro di Visionare, la nuova rassegna dell'ordine degli Architetti di Varese

E’ stato molto partecipato – 250 persone on line, sala al massimo della capienza “in presenza” a villa Panza – Il primo appuntamento ufficiale della rassegna Visionare, organizzata dall’Ordine degli Architetti di Varese che per tutto l’anno 2022 è curata da Fulvio Irace.

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E il primo appuntamento , mercoledì 16 febbraio 2022, è partito proprio dal più recente lavoro del docente e critico: il volume “Milano Moderna – Architettura, arte e città dal 1947 – 2021” seconda edizione, ampliata e adeguata ai tempi, di un libro degli anni 90 che fece da pietra miliare al racconto della città del dopoguerra ed è ormai introvabile.

Una conversazione a cinque che ha fatto dialogare Irace con quattro dei cinque fotografi che firmano il libro: Marco Introini, Filippo Romano, Paolo Rosselli, Giovanna Silva che, insieme al contributo del compianto Gabriele Basilico, hanno fornito la loro particolare interpretazione visiva della città.

I fotografi sono infatti a pieno titolo i protagonisti di questo racconto: coloro a cui è stato affidato il compito di consegnare l’eredità della città al futuro, qualunque cosa succeda («E con il bonus facciate, il rischio di snaturare capolavori del dopoguerra è concreto» ha commentato qualcuno).

Un compito che le testimonianze dei quattro fotografi ha reso evidente, perchè il ruolo del fotografo nell’architettura è fondamentale per consegnare al futuro dettagli da non perdere o visioni tanto proiettate in avanti da non essere immediatamente intellegibili. E, per questo, sono stati ricordati in questa occasione «Due grandi fotografi che ci hanno lasciato nel 2021- ha sottolineato la presidente dell’ordine degli architetti di Varese Elena Brusa PasquèEfrem Sergio Raimondi e Giovanni Gastel. La fotografia può trasformarsi in vera poesia: come faceva anche il conte Panza, in questa villa, quando a fotografava in tutte le sue stagioni».

 

Suddiviso in sette capitoli, il libro racconta il bisogno di Milano di ricostruire, ma ancora di più di costruire una nuova maniera di abitare, partendo dall’operato di Luigi Moretti e l’exploit di Corso Italia, passando per l’invenzione del condominio milanese come simbolo di ordine e modernità con i progetti architettonici di Giò Ponti, di Vico Magistretti di Luigi Caccia Dominioni e di tanti altri maestri che hanno configurato il suo ineguagliabile fascino. Ad essa hanno contribuito anche numerosi e importanti artisti, che hanno impreziosito in maniera unica le facciate e gli interni delle case milanesi. Ma dopo la “stagione dell’inquietudine” tipica degli anni Settanta, l’attenzione del libro si sposta sulla rigenerazione di vecchi quartieri e sulla creazione di nuove isole di urbanità. A essere analizzati da “Milano Moderna. Architettura, arte e città 1947-2021” sono infatti anche gli interventi di rigenerazione urbana che, a partire dagli anni Settanta, hanno portato alla definizione di nuove centralità: gli esiti più recenti della nuova popolarità di Milano, dovuti principalmente alla mano di alcuni protagonisti della scena internazionale.

«Nel libro si evidenzia innanzitutto  la modernità degli anni 50-60, la via milanese alla modernità – ha spiegato Fulvio Irace –  I maestri degli anni della ricostruzione erano talmente autonomi da essere orgogliosamente degli artigiani italiani, non erano schiacciati sui modelli esteri: le loro opere dicevano chiaramente “siamo aperti al mondo ma la modernità la vogliamo costruire noi, con il nostro stile italiano”. Quella degli anni 70 e 80 e oltre, invece, è una modernità che proviene dall’esterno, che prende spunti diversi ed è inserita artificialmente nel corpo della città, non ne rappresenta una naturale evoluzione: il libro è giocato sul contrasto di queste due idee, a volte brillantemente risolto, a volte giustapposto artificialmente».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Febbraio 2022
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