Miogni, il carcere di Varese ha 130 anni e quasi il doppio dei detenuti previsti
Nella casa circondariale dichiarata dismessa nel 2001 e che risale al 1893 sono presenti una novantina di detenuti per 53 posti regolamentari, 57 le guardie: dovrebbero essere 10 di più
Rintracciare gli evasi e riconsegnarli alla giustizia. Accertare eventuali responsabilità legate all’accaduto. Ogni evasione porta con sé passaggi fotocopia. E così, come per l’ultimo salto dalla cinta muraria che si ricordi, risalente al 2013, dopo la cattura, le indagini e il processi, lo sfondo che rimane è sempre quello, da anni: una struttura datata, con una popolazione carceraria sovrabbondante e per contro sottostimata la popolazione delle guardie carcerarie, in numero inferiore di quanto previsto. Le fonti sono inappuntabili, dal momento che risultano pubblicate sul sito del ministero della Giustizia.
LA STRUTTURA L’edificio risale al 1893. Vi sono stati interventi di ampliamento e di adeguamento strutturale ed impiantistico; nel 2017 i bagni delle camere del piano terra sono stati dotati di acqua calda e docce; “analoghi progetti di adeguamento delle camere del 1° e 2° piano sono in attesa di approvazione Cassa Ammende. In attesa di valutazione progetto di ristrutturazione cortile Passeggi“, si legge nella scheda. “L’attuale complesso è stato dichiarato dismesso con D. M. 30/01/2001 previa costruzione di un nuovo istituto“.
IL PERSONALE
Sempre sul sito del Ministero gli effettivi di polizia Penitenziaria in forza ai Miogni risultano 57, contro i 67 previsti. La forza lavoro conta su 8 amministrativi contro i 15 previsti; 2 gli educatori attivi che corrispondono alle unità previste.
CAPIENZE E CELLE
I posti regolamentati risultano 53, mentre il totale dei detenuti risultavano, all’11 febbraio, 91 (quindi è verosimile che oggi siano 89, tenuto conto dei due evasi, senza però contare possibili accessi e traduzioni). Le celle sono 47 e le docce 15. C’è una sala colloqui al pianterreno, una palestra, due aule e una cappella.
Ora rimane da capire la dinamica precisa della fuga e verificare gli altri elementi di indagine: per il momento si sa che l’allarme è stato dato dall’interno della struttura al momento della conta, attorno alle 16.30 quando all’appello mancavano Roberto Nardello e Anthony Ragona.
Per il resto non emerge altro sul momento, vista anche l’impenetrabilità dei funzionari dovuta a regole rigidissime, che impongono il silenzio.
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