I monopattini sono il male per una città come Varese?
Abbiamo indagato un po’ con gli attori della proposta, il Comune di Varese e la società che fornisce i mezzi a marchio Dott ed ecco le risposte che abbiamo avuto ai dubbi più comuni individuati nelle critiche di questi giorni
A leggere i commenti alle notizie dei giorni scorsi, che segnalavano l’attivazione del servizio, per molti cittadini c’è una preoccupazione diffuso sull’arrivo del nuovo mezzo di trasporto, già diffuso nelle grandi città e che pure a Varese si propone di alleggerire la mobilità cittadina con un sistema capillare e non localizzato in stalli fissi sul territorio.
Abbiamo indagato un po’ con gli attori della proposta, il Comune di Varese e la società che fornisce i mezzi a marchio Dott ed ecco le risposte che abbiamo avuto ai dubbi più comuni individuati nelle critiche di questi giorni:
I monopattini sono un costo per la città?
No. A Varese e ai varesini i monopattini non costano nulla. La società olandese che li gestisce ha vinto un bando del Comune per fornire il servizio e si fa carico di tutti i costi. Per questo motivo l’arrivo dei monopattini in città non toglie risorse e impegno alla soluzione di altri problemi cittadini (come l’asfaltatura delle strade – tema molto caro ai critici – ad esempio).
Sono troppo pericolosi
È vero, i monopattini sono veicoli meno stabili di una bicicletta, conseguenza delle ruote più piccole che sono più sensibili ai difetti del fondo stradale. Proprio per questo non vanno sopravvalutati: non sono biciclette e occorre andare a velocità adeguata per averne sempre il massimo controllo. Il casco non è obbligatorio ma indossarlo è sempre raccomandato.
In caso di incidente ci saranno problemi perché sono senza assicurazione.
Sbagliato: il bando voluto dal Comune di Varese (come per praticamente tute le altre città) comprende anche una copertura assicurativa per la responsabilità civile e personale. In sostanza, in caso di incidente provocato da un utente Dott c’è copertura assicurativa (fino a 5 milioni di euro) e personale (con dei limiti).
Velocità limitata.
Parliamo ancora di sicurezza. I monopattini in sharing entrano in modalità limitata, quindi con velocità ridotta, nel caso si entri in zone vietate o giudicate pericolose.
L’esperienza delle biciclette gialle (OFO) non ha insegnato niente?
Intanto va chiarito che si parla di buon utilizzo da parte degli utenti. Non si possono incolpare Comune e fornitore del servizio per il cattivo uso che i cittadini possono fare di quanto gli viene messo a disposizione. In ogni caso tutti i monopattini sono dotati di sistema GPS autonomo (evoluto rispetto a esperienza passate e più efficace) che gli permette di essere individuati per poterli utilizzare ma anche per capirne eventuali usi scorretti. Se un monopattino viene spostato in maniera anomala (ad esempio senza essere attivato per l’utilizzo) viene attivata una segnalazione al gestore che agirà di conseguenza.
Li lasceranno in giro ovunque creando disagio
Bene, perché così i monopattini saranno a disposizione di un maggior numero di utenti. Ma attenzione: ovunque non vuol dire senza regole. Ci sono dei dettami da rispettare quando si parcheggia un monopattino al termine dell’utilizzo. Il sistema richiede di fotografare il mezzo per testimoniare la correttezza del parcheggio. Se si parcheggia male, creando intralcio, o in zone vietate l’utente è passibile di multa o di vedersi addebitati i costi di recupero. Quindi bene che siano rintracciabili in tutta la città ma senza creare disturbo.
Il richiamo, insomma, è al senso civico dei cittadini mettendoli anche in guarda da usi scorretti che sono pericolosi e anche sanzionabili.
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è chiaro a tutti ,ed ormai da anni ,che questi mezzi sono pericolosi per chi li utilizza e per gli altri.
Eppure, nonostante i continui incidenti si fa poco nulla per regolamentarne/vietarne l’utilizzo.
Anzi , al contrario, nelle città si moltiplicano le iniziative di noleggi ecc
Probabilmenet ci sfugge qualcosa e dietro ci sono ben altri interessi
Tre anni addietro ho acquistato il mio primo monopattino e da quel momento lo utilizzo per girare in centro città. Lo tengo sempre nel baule della macchina e così, quando arrivo in una città lo “esco” per raggiungere la mia destinazione senza sudare e senza sporcarmi. Non credo che il monopattino sia un mezzo pericoloso in sé, sono pericolosi quelli che lo utilizzano malamente, così come tutti i mezzi di locomozione a due o quattro ruote.
Non comprendo tutto questo astio nei confronti di un mezzo utile e mi limito a dire utile perché non intendo sfruttare il termine “green”; di “green” ci sono solo le gambe.
Certo è che in Italia servono delle regole per tutto e per tutti dal momento che la nostra educazione ed il nostro senso civico difettano e non poco e quindi ben vengano anche quelle per disciplinare l’utilizzo dei monopattini.
Ma regole di buon senso e non punitive al punto tale da farci passare la voglia di possederne uno.
Per quanto mi riguarda posso solo dire che apprezzo la decisione del Comune di Varese.
Sto conducendo un esperimento seppur pienamente consapevole di mettere a repentaglio la mia vita.
Ho comprato un monopattino e da cinque giorni, per 6 ore al giorno, sto chiuso con lui in una stanza a fissarlo.
Al momento non ha dato segni di particolare pericolosità. Proseguirò per altri 5 giorni.
Poi farò la stessa osservazione con un utente di monopattino (prendo il primo che mi centra a luci spente mentre saltella sui tombini di via Sanvito).
Vi farò sapere.
Piadina Libera per il Sociale