Nella basilica di San Vittore i funerali di Giulio Nidoli
Una basilica piena di persone che l'hanno conosciuto e apprezzato dal lato umano gli ha tributato l'ultimo saluto
Si sono tenuti nella Basilica di san Vittore piena i funerali di Giulio Nidoli, imprenditore e benefattore, che con la moglie Graziella e la figlia Paola ha dato vita, dopo la tragica morte della figlia Patrizia, alla Fondazione Patrizia Nidoli, che tanto ha fatto per aiutare i genitori adottivi e i bambini in difficoltà nel mondo.
Una basilica piena di persone che l’hanno conosciuto e apprezzato dal lato umano: «Siamo in tanti qui a dare l’ultimo saluto a Giulio, per il bene e la vicinanza di cui abbiamo potuto godere: dall’Ospedale di Circolo, all’associazione Circolo della Bontà, dallo sport e in particolare dal Varese calcio, e da lontano anche i tanti che ha – ha sottolineato il prete celebrante, don Alberto Miggiano, vicario della comunità pastorale sant’Antonio Abate – Ma noi siamo cattolici, e sappiamo che l’ultimo saluto non ha quel sapore amaro di chi non si rivedrà mai più. Perchè noi siamo qui a celebrare la sconfitta della morte, la vita eterna».
Tra le prime file, oltre alla moglie, alla figlia e ai parenti, tra cui anche Sarah Nidoli con Malek Isber, amministratore delegato della clinica Isber, c’erano molte persone note a salutarlo addolorati: l’assessore regionale all’ambiente Raffaele Cattaneo, il sindaco Davide Galimberti, Antonio Tomassini senatore per più legislature, il direttore della scuola di specializzazione in chirurgia generale dell’Insubria Giulio Carcano e tanti altri.
Commoventi i ricordi alla fine della funzione, da parte della figlia Paola, che ha ricordato come «Quando qualcuno ci lasciava, ci dicevi sempre che bisognava farsi forza e andare avanti e cosi faremo anche noi- ha raccontato tra le lacrime- Negli ultimi sei mesi di malattia abbiamo combattuto insieme, e non sono mancate nemmeno allora le nostre chiacchierate e soprattutto i tanti tuoi preziosi consigli. So che da lassù troverai il modo distarci vicino e aiutarci». Raffaele Cattaneo ha infine letto la missiva che gli ha fatto avere il cardinale Ricardo Ezzati, arcivescovo di Valdivia, in Cile, legato a lui da una amicizia di oltre 25 anni.
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