I “No Green Pass” di Busto Arsizio tornano in piazza e aprono la protesta a scuola, ambiente e carovita

L'assemblea popolare di Busto Arsizio torna a far sentire la propria voce contro obbligo vaccinale, green pass ma anche su altri temi come scuola, caro vita, lavoro e ambiente

manifestazione green pass busto arsizio

Sabato 26 febbraio tornano in corteo i “No Green Pass” dell’assemblea popolare di Busto Arsizio e questa volta la manifestazione abbraccia anche altre tematiche che esulano dalla questione pandemica e si trasformano in una piattaforma di rivendicazioni a tutto campo contro il governo. Di seguito la nota dell’assemblea che invita tutti al corteo con ritrovo in piazza Trento e Trieste alle 15.

IL GREEN PASS
L’introduzione del lasciapassare “sanitario” e la sua proroga illimitata (come da intenzioni del governo Draghi) significano la realizzazione definitiva della società della sorveglianza: una società distopica dove il controllo sugli individui diventa totale attraverso la digitalizzazione di ogni ambito e attività della vita e nella quale i diritti e i servizi sociali vengono concessi solo se in possesso dei requisiti di “bravo cittadino” (non è un caso che in Italia esso sia gestito dal ministero dell’economia…), sul modello del “credito sociale” cinese. Anche se dovesse terminare lo stato di emergenza, la certificazione verde o una sua variante (vedi l’Identità Digitale Europea) verrebbe mantenuta, se non ci opponiamo risolutamente: il Green Pass va respinto in toto, senza se e senza ma!

L’OBBLIGO “VACCINALE”
Hanno iniziato introducendo l’obbligo di inoculazione dei “vaccini” genici sperimentali “anti-Covid” per alcune categorie lavorative (prima i sanitari, poi il personale scolastico, le forze dell’ordine e i militari), poi l’hanno imposto per classi di età (per adesso gli ultracinquantenni). In primavera vogliono iniettare il siero ai bambini da 0 a 5 anni, come dichiarato dal CTS (Comitato Tecnico Scientifico). Continua così la campagna militar/vaccinale basata sul terrore e sui ricatti, altro che reale consenso informato.
Basta Trattamenti Sanitari Obbligatori o camuffati come volontari, ma sotto la minaccia di renderti la vita impossibile!

I TAGLI ALLA SANITÀ PUBBLICA
Dal 2010 al 2019 sono stati tagliati 37 miliardi di euro, chiusi 173 ospedali e 837 strutture di assistenza specialistica ambulatoriale, persi 70.000 posti letto e il personale sanitario è diminuito di 42.000 unità. L’incidenza del settore privato è cresciuta accentuando un criterio, già in atto, di una sanità sempre più classista. All’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per la Sanità sono destinati 7 miliardi per la telemedicina (digitalizzazione delle strutture e dei servizi domiciliari) e 8,63 miliardi per finanziare la ricerca medica (che da trent’anni, e oggi ancor di più, significa ingegneria genetica e nanotecnologie, con gli enormi rischi per la salute ad esse connesse)…altro che potenziare la medicina del territorio. Inoltre vogliono chiudere altri ospedali come quelli di Busto A. e Gallarate per aprire un ospedale unico a Busto A.
Continuano a speculare sulla nostra salute, lottiamo contro le politiche sanitarie di Governo e regione Lombardia!

IL CAROVITA
L’inflazione ha raggiunto quasi il 4%, secondo i dati ISTAT, ma quella reale sembra molto più alta; gli aumenti riguardano: elettricità +55%, gas +42%, benzina a più di1,80€/litro, latte +60%, pasta +60%, frutta +30%;
A tutto ciò dobbiamo aggiungere le spese extra per i tamponi e le mascherine.
Lo Stato e la classe dominante hanno intenzione di farci pagare la crisi economica, accentuando sempre più il divario sociale tra ricchi e poveri. Non siamo disposti a fare sacrifici e impoverirci per arricchire i soliti noti (Confindustria, banche e boiardi di Stato)!

LA SCUOLA/AZIENDA
La morte di Lorenzo Parelli, uno studente di 18 anni, avvenuta in una azienda a Udine l’ultimo giorno di “alternanza scuola/lavoro”, è l’esito drammatico e prevedibile di quello che negli anni è diventato il mondo della scuola. La scuola non è più, quand’anche lo sia stata in passato, un ambiente dove sviluppare il senso critico, la curiosità e la conoscenza delle nuove generazioni, ma è un’istituzione atta alla creazione dei futuri lavoratori/disoccupati che abitua fin da subito i bambini all’obbedienza e poi, da adolescenti, allo sfruttamento e alla precarietà del lavoro. A questa situazione si sono aggiunte le disposizioni “anti-Covid” che limitano la socialità e creano discriminazioni tra gli studenti (per esempio con la didattica a distanza attraverso le piattaforme di Google e Microsoft o con le quarantene solo per i “non-vaccinati”… alla faccia della lotta al bullismo di cui si riempiono la bocca le varie agenzie educative…) Abbasso la scuola dei padroni!

LICENZIAMENTI, SOSPENSIONI, SFRUTTAMENTO, MORTI SUL LAVORO E SFRATTI
Nel 2020 sono stati 558.000 i licenziamenti, nonostante il “blocco dei licenziamenti”. Il 1° Novembre del 2021 è finito ufficialmente tale “blocco”e sono mezzo milione i lavoratori che verranno licenziati, secondo le ipotesi del
rapporto della Banca d’Italia. In tutta Italia sono stati avviati licenziamenti collettivi come quelli alla Whirlpool di Napoli, alla GKN di Firenze e alla più vicina Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto che ha visto 152 operai lasciati a casa da un giorno all’altro. Nell’estate 2021 sono stati almeno 55.817 i lavoratori coinvolti nei 99 tavoli di crisi aperti al ministero dello sviluppo economico. Sempre nel 2021 (nonostante il fermo di parte delle attività produttive per “l’emergenza Covid”) sono morti 1.404 lavoratori per infortuni sul lavoro. Dal 15 ottobre il Green Pass è stato esteso a tutti gli ambiti lavorativi e si contano migliaia di persone sospese dal lavoro senza retribuzione e senza alcun tipo di ammortizzatore sociale, e assistiamo ad un aumento considerevole del precariato e dello sfruttamento; inoltre sono previsti almeno 32.000 sfratti in tutta Italia. Organizziamoci nei posti di lavoro per fare picchetti e scioperi. Viva la solidarietà tra gli sfruttati.

LE NOCIVITÀ AMBIENTALI
Anche la questione ambientale e climatica viene strumentalizzata dall’industria e dalla finanza capitalista per ricavare ulteriori profitti. La cosiddetta transizione ecologica consiste in realtà nello sfruttamento di altre risorse naturali (oltre al petrolio e al gas) quali i metalli rari e le terre fertili, devastando immense aree del pianeta; non viene assolutamente messo in discussione l’enorme e sempre crescente fabbisogno energetico legato alla produzione industriale di merci e servizi. Il nostro territorio non è esente dalla presenza di nocività ambientali che attentano alla nostra salute, per esempio il progetto di espansione dell’aeroporto di Malpensa con l’ampliamento dei magazzini cargo e la costruzione della ferrovia T2-Gallarate che porterà al consumo di oltre 40 ettari di suolo del Parco del Ticino o gli scarichi in deroga di diverse fabbriche nel fiume Olona che causano l’inquinamento delle acque e dell’aria (da parecchi anni nelle zone di Castellanza, Olgiate Olona e Marnate si sentono delle puzze insopportabili provocate dalle produzioni dell’azienda chimica Perstorp). Da non dimenticare l’inceneritore Accam che continuerà a spargere veleni nell’aria e che Busto è all’11° posto in Italiaper inquinamento da polveri sottili e 19° in Europa. Basta nocività, basta devastazione del territorio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Febbraio 2022
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Commenti

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  1. undertherain
    Scritto da undertherain

    Io direi che è forse sarebbe ora di smetterla di pubblicare news che hanno come protagonisti queste “persone” dato che ogni volta che li vedo ammassati come pecore (senza offendere queste ultime) senza mezza mascherina, senza che nessuno faccia nulla (vedi multe) fanno venire dei forti dolori allo “stomaco” alle persone dotate di un modesto cervello.

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