Oro e gioielli rubati in Italia e “riciclati” in Canton Ticino: tre arresti

È l'ipotesi su cui si muovono Procura e Polizia Cantonale, in collegamento con i carabinieri di Asti. I preziosi sarebbero stati ricettati e "rigenerati" grazie a una fonderia nel Mendrisiotto

Polizia cantonale

Oro e gioielli “spariti” da Piemonte, Lombardia e Liguria. Finiti in Svizzera, dove sarebbero stati fusi e “riciclati”, trasformati in nuovi preziosi non più tracciabili.

È su questa ipotesi che si muovono Procura pubblica, Polizia Cantonale del Ticino e carabinieri di Asti: l’indagine sta valutando la posizione di tre persone, uno svizzero e due italiani che vivono nel Mendrisiotto e nel Locarnese, arrestati venerdì.

L’inchiesta è partita nell’autunno 2021: appunto venerdì 25. febbraio è scattata una serie di perquisizioni, interrogatori e sequestri di materiale, oro, gioielli e denaro. L’operazione, coordinata dagli inquirenti della Polizia cantonale, ha interessato in particolare gli uffici di alcune società con sede nel Mendrisiotto e alcune abitazioni nel Luganese e nel Locarnese e ha visto il coinvolgimento anche di agenti dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) per quanto di loro competenza.

Gli accertamenti sono finalizzati a comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale con riferimento a possibili attività di riciclaggio e ricettazione – attraverso una piccola fonderia e un ufficio cambi – di materiale – metalli preziosi e gioielli – frutto secondo le indagini di innumerevoli furti con scasso avvenuti prevalentemente in Piemonte, Lombardia e Liguria. Il dispositivo ha già permesso di evidenziare diverse possibili anomalie che saranno ora oggetto di approfondimenti. Ulteriori atti istruttori verranno valutati nei prossimi giorni in base anche all’esito delle verifiche in corso.

Al vaglio vi è in particolare la posizione di tre persone, che sono state arrestate.
Si tratta di un 61enne e di un 31enne, entrambi cittadini italiani, rispettivamente dimoranti nel Mendrisiotto e nel Locarnese, nonché di un 38enne cittadino svizzero, residente nel Luganese.

Nelle scorse ore, la misura restrittiva della libertà nei loro confronti è stata confermata dal Giudice dei provvedimenti coercitivi (GPC). Le ipotesi di reato sono quelle di riciclaggio aggravato, ricettazione aggravata e falsità in documenti. L’inchiesta è coordinata dalla Procuratrice pubblica Margherita Lanzillo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Febbraio 2022
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