Nuovo ospedale e sanità, muro contro muro a Busto Arsizio tra maggioranza e opposizione
La maggioranza di Centrodestra che sostiene Antonelli ha bocciato le proposte di commissione e consulta per discutere (anche coi cittadini) di nuovo ospedale e riforma sanitaria
Non ci sarà nessuna commissione sulla sanità territoriale e nessuna consulta aperta ai cittadini, i temi del nuovo ospedale unico e delle case della salute verranno trattati e discussi solo da una cerchia ristretta di politici locali e regionali. Sono rimasti su due fronti contrapposti maggioranza e opposizione, ieri sera (lunedì) in Consiglio Comunale a Busto Arsizio, sul tema della sanità. I tre punti all’ordine del giorno, portati dai gruppi di minoranza, sono stati bocciati col voto compatto dei consiglieri di Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e lista Antonelli Sindaco.
Il dibattito si è avvitato subito con il capogruppo del Pd Maurizio Maggioni che ha provato a scalfire la granitica convinzione dei dirimpettai cercando di argomentare: «Riteniamo fondamentale il ruolo del consiglio comunale in questa fase. Non possiamo basarci solo sui pareri dei medici. Certamente la parte sanitaria è importante quando si parla di argomenti tecnici specifici. I medici curano ma noi come politici siamo responsabili dell’organizzazione del servizio sanitario. Non è solo in gioco il nuovo ospedale e la riorganizzazione del vecchio presidio, abbiamo anche una riforma della sanità da mettere in atto con le case della salute previste dalla regione. Questo organismo deve affrontare la complessità dei percorsi e dei tempi. Qualcuno ha obiettato dicendo che c’è già la commissione quinta? Allora perchè non viene riunita?»
A dare manforte anche il capogruppo di Popolo Riforme e Libertà, Gigi Farioli: «Il tavolo messo in piedi dal sindaco va bene ma è più funzionale la commissione per fare proposte dal basso e non solo accontentarsi della pur grande attenzione che c’è sul nostro territorio da parte della regione. Gallarate la farà»
L’assessore ai Servizi Sociali Paola Reguzzoni è contraria: «Abbiamo lo stesso obiettivo ma diversi modi di lavorare. Personalmente preferisco il metodo del tavolo che dà più concretezza e poi si va in commissione con qualcosa di pronto. Sono convinta che il tavolo tecnico funzioni molto meglio ed è aperto a maggioranza e minoranza. Una commissione pubblica sarebbe una controproducente vetrina che alimenterebbe polemiche».
Santo Cascio di Progetto in Comune tenta una mediazione: «Almeno spostiamo il tavolo dalla fondazione Brusadori e Carnaghi, che rispetto e ringrazio per lo spazio concesso ma il comune è la casa di tutti».
Per Matteo Sabba della lista Antonelli «è giusto che la politica decida e si prenda le sue responsabilità ma può farlo usando la commissione quinta che, tra i suoi compiti, ha anche quello di discutere delle questioni relative alla sanità».
Respinta anche la proposta di Gianluca Castiglioni di Busto al Centro che proponeva addirittura una consulta: «Al tavolo tecnico convocato prima di Natale non ho visto tutta aquesta praticità. Ho visto, invece, tanta gente che si arrabbiava e portava problematiche senza che dall’altra parte ci fosse qualcuno che volesse affrontarle. Mi auguro che le cose possano migliorare e resto convinto che la commissione e la consulta da noi proposta siano gli strumenti migliori».
In chiusura ha parlato anche il sindaco Emanuele Antonelli: «Sono demoralizzato dal modo con cui si affrontano temi così importanti. Tre mozioni sullo stesso argomento è perdere tempo. La politica deve fare delle scelte e non dire sempre no. I grillini sono spariti a suon di no. Siamo di nuovo in ritardo, chiedete ai vostri consiglieri regionali – ha detto rivolgendosi al Pd – di accelerare come io faccio con i consiglieri della mia parte. Fontana e Moratti verranno qui all’appuntamento del 7 febbraio anche per inaugurare un macchinario da 1 milione di euro al vecchio ospedale, quindi non è vero che la Regione non stia investendo anche nell’attuale ospedale».
E pensare che il consiglio comunale si era aperto con l’approvazione bipartisan dei nuovi criteri di ripartizione dei fondi del governo rimasti per lo sconto Tari del 50% alle attività che hanno subito chiusure a causa della pandemia. Approvati anche i nuovi regolamenti sulla toponomastica e sull’alienazione dei beni comunali.
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