Si è spento Giulio Nidoli, imprenditore e benefattore
Fondò con la moglie la Fondazione Patrizia Nidoli in memoria della figlia morta a 35 anni in un incidente stradale, fu presidente dell'azienda autonoma di soggiorno e del Varese Football Club

(nella foto Giulio Nidoli con Raffaele Cattaneo)
Si è spento Giulio Nidoli, imprenditore nel settore delle cave e presidente della Fondazione Patrizia Nidoli.
DIEDE ORIGINE ALLA FONDAZIONE NIDOLI IN MEMORIA DELLA FIGLIA
Nidoli, diventato commendatore della Repubblica nel 1983, con la moglie Graziella e la figlia Paola, diede vita nel 1999 alla fondazione Patrizia Nidoli, in memoria della figlia morta a 35 anni in un incidente stradale mentre andava a Milano per completare le pratiche per un’adozione internazionale.
Da allora la Fondazione ha il duplice obiettivo: dar vita ad iniziative e strutture che siano in grado di attuare interventi di cooperazione in quei Paesi in cui ancora oggi, troppo spesso, l’infanzia vive in condizioni di particolare difficoltà e di grave abbandono e rispondere al bisogno delle coppie che vorrebbero vedere realizzato il loro desiderio di maternità e paternità attraverso l’adozione internazionale od altre forme di accoglienza. Per questa attività ricevette la Girometta d’Oro 2006, conferita a Varese il 6 maggio 2007 dalla Famiglia Bosina. Al nome di Patrizia ha legato anche l’asilo di Giubiano, che ora è intitolato, tra l’altro, a Patrizia Nidoli.
A livello sportivo, Nidoli ha legato il proprio nome al calcio cittadino: fu infatti presidente per due stagioni a inizio anni Novanta della società biancorossa, quella che era da poco stata rifondata con il nome di Varese Football Club. L’imprenditore ereditò la presidenza da Luigi Orrigoni e la cedette a Paolo Binda.
PRESIDENTE DELL’AZIENDA AUTONOMA DI SOGGIORNO DI VARESE
Giulio Nidoli fu anche presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno della città: durante il suo mandato, negli anni ’70 potenziò il parco Zanzi alla Schiranna, che fu poi acquistato dal Comune di Varese, ipotizzò per primo la riapertura dello funicolare, come documenta uno storico servizio dell’istituto Luce e portò a compimento le strutture di via Albani, palaghiaccio e piscina.
LA ITALINERTI E LA “QUESTIONE CAVE”
La sua attività da imprenditore è legata alla Italinerti, di cui era proprietario insieme al fratello Augusto. Una società importante, che fu però al centro anche di indagini e contenziosi. In pieno ciclone tangenti, furono infatti indagati per episodi connessi all’inserimento di 4 loro cave nel relativo piano che la Provincia si accingeva ad approvare: indagine che si concluse però con la loro assoluzione. La Italinerti tornò poi all’attenzione della stampa per il ricorso al tar del comune di Cantello della cava in zona Bevera. Anche in questo caso però il Tar rigettò nettamente le tesi delle pubbliche amministrazioni (Comuni di Cantello e Varese, Provincia e Regione) a favore della società.
I funerali si terranno nella basilica di san Vittore a Varese giovedì 24 alle 15.30.
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