Un parroco di Busto Arsizio è andato a prendere un gruppo di bambini ucraini per portarli in Italia
Si è messo alla guida di un pulmino domenica e sarà di ritorno martedì con una decina di bambini ucraini che erano già stati ospiti da famiglie della zona
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Ogni guerra, tutte le guerre sono sempre una tragedia. In questa guerra però, oltre che per il fatto che sia in Europa, per me e tante famiglie e tanti ragazzi anche del nostro Oratorio che mi hanno scritto questa mattina, è anche un immenso dolore personale perché in quella terra ucraina invasa questa notte c’è un pezzo del mio e nostro cuore: i bambini e le bambine di Chernobyl che abbiamo ospitato in estate e ancora durante queste vacanze di Natale con famiglie amiche di Busto, Samarate e Castano e parecchi di questi hanno giocato nel nostro Oratorio. Quanto è stato difficile cominciare la giornata con un messaggio al mattino presto sul cellulare :”per favore pregate per noi”.
Con questo messaggio don Giuseppe Tedesco, parroco del quartiere San Giuseppe di Busto Arsizio, ha lasciato la sua comunità di San Giuseppe a Busto Arsizio per correre dai suoi ragazzi e portarli via dalla guerra, dal dolore, dalle bombe e dal rischio di non sopravvivere. L’ha fatto con quella sana dose di incoscienza che guida spesso i gesti eroici, piccoli o grandi che siano, e con la speranza che il suo ruolo di religioso possa metterlo al riparo da eventuali problemi.
Così due giorni fa ha preso un pulmino ed è partito per raggiungere il confine tra Polonia e Ucraina e portare via un gruppetto di 10 persone dei quali 8 sono bambini, ospitati l’anno scorso in oratorio a San Giuseppe, attraverso i progetti di Noi con Voi ovd, associazione di Samarate che da anni organizza soggiorni per minori ucraini in Italia.
Il suo ritorno è previsto per questa notte o al più tardi per martedì mattina e in oratorio si sta già organizzando una grande festa per accoglierli prima di far loro raggiungere le famiglie che li ospiteranno. Un viaggio della speranza lungo 3 mila km ma che potrà donare un po’ di serenità a questo gruppo di ragazzini ucraini, lontano dalle bombe.
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