Contro le fiamme del Gambarogno arrivano anche due canadair italiani
I due aerei decollati da Genova si aggiungono ai cinque elicotteri e alle squadre di terra schierati dalle autorità elvetiche per contrastare il vasto incendio sviluppatosi nei pressi del confine

Ci sono anche due canadair della flotta nazionale italiana tra i mezzi che stanno combattendo il vasto incendio innescato nei boschi sulle pendici del monte Gambarogno, in territorio svizzero ma adiacente al confine. I due aerei specializzati (identificati dalla sigla CAN 20 e CAN 28) per questo tipo di operazioni sono decollati da Genova per raggiungere l’area interessata dalle fiamme. (foto Vigili del fuoco)
A richiedere l’intervento sono state le autorità elvetiche in base agli accordi transfrontalieri tra i due Paesi: i canadair possono sganciare circa 6mila litri d’acqua a ogni lancio e vanno ad aggiungersi a cinque elicotteri svizzeri già impegnati nelle operazioni di contenimento e spegnimento del fuoco. Operazioni che vedono anche la presenza di squadre a terra sia di pompieri elvetici sia di volontari italiani (così riporta la stampa ticinese). Dopo una serie di interventi su Gambarogno, uno dei due velivoli è tornato a operare sulla Val Cannobina, in Piemonte, dove è presente un altro focolaio che sta tenendo impegnato uomini e mezzi.
I Vigili del Fuoco italiani inoltre proseguono nell’opera di monitoraggio all’interno dei confini: qualche focolaio era stato registrato anche in Italia ma era stato spento nella giornata di ieri. Sul posto anche alcune squadre di volontari AIB, specializzate nelle operazioni di antincendio boschivo.
Tra chi si sta occupando a livello istituzionale della vicenda anche il senatore varesino Alessandro Alfieri: «L’incendio scoppiato in Ticino a Gambarogno per ora non interessa il territorio italiano. La situazione merita però ogni attenzione, per questo siamo in costante contatto con il Sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, Fabio Passera, e con le autorità elevetiche. Come Italia stiamo facendo e faremo la nostra parte per evitare che il fronte del fuoco possa avanzare».

IL PUNTO DELLA NOTTE E DELLA MATTINA
Ore difficili, quelle tra lunedì 31 gennaio e martedì 1° febbraio, per il personale impegnato sul fronte dell’incendio che si è sviluppato al confine tra Italia e Svizzera sul monte Gambarogno. Il vento che continua a soffiare forte nella zona – e in molte altre parti del nostro territorio – ha alimentato ulteriormente le fiamme che continuano a imperversare nei boschi.
«Notte movimentata per i nostri militi sul fronte del Gambarogno» scrivono sul proprio profilo Facebook i Pompieri di Bellinzona che pubblicano anche la foto che vedete in apertura del nostro articolo. Le operazioni di spegnimento sono ripartite all’alba dopo che nella notte erano state sospese a causa di vento, oscurità e temperature sotto lo zero; sul posto era però rimasta attiva una squadra con una decina di militi pronta a intervenire. Oggi dovrebbero entrare in azione anche gli elicotteri; intanto – ore 11,30 – la stampa ticinese riporta l’arrivo sul posto anche di alcune squadre di antincendio boschivo provenienti dalla Provincia di Varese.
L’incendio per il momento resta confinato in territorio svizzero ma sul posto sono presenti anche i Vigili del Fuoco italiani che proseguono a monitorare il fronte delle fiamme e sono in costante contatto con i colleghi d’oltre confine. Sul lato Varesotto non si registrano per il momento evacuazioni o situazioni di pericolo, ma le autorità locali sono in continua allerta anche perché il vento non accenna a placarsi.
Articolo aggiornato alle ore 11,30 di martedì 1° febbraio
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