Letture consigliate da Libreria degli Asinelli: russi e ucraini in pace
Presso la Libreria degli Asinelli autori russi e ucraini convivono pacificamente. Leggerli sarà un eccellente atto di pace

Due protagonisti: da un lato un uomo raffinato nei giudizi, spesso goffo nelle azioni pratiche: aspirante rivoluzionario, condannato a morte (poi salvato sul patibolo), mandato ai lavori forzati, bruttino, dimesso, disperato, ridicolo. Si chiama Fedor Dostoevskij, è russo, fa lo scrittore. È un abitante, spaesato, «della città più astratta e premeditata del globo terracqueo».
Dall’altro lato c’è Nikolaj Gogol’. È anche lui scrittore. Nato in un governatorato russo, è figlio di un piccolo possidente. Il padre, profondamente affascinato dalle tradizioni della propria terra, l’Ucraina, di sera ama “intrattenere la famiglia con le leggende e gli eroismi dei Cosacchi, tenaci e ardenti difensori del loro paese”. Avventure serali, che prendono vita nei racconti di famiglia e da cui nasce l’idea di raccontare l’eroe di una terra devastata, e, non lontano da questa ispirazione, anche la presa in giro del potere: infatti, cosa succederebbe a un pomposo funzionario, tutto vanità e potere, se un giorno, guardandosi allo specchio, si scoprisse senza naso? Pensate poi se il naso perduto, se ne andasse in giro per proprio conto spacciandosi per alto funzionario. È quello che Gogol’, magistralmente, ha ipotizzato nel breve, sagace e divertente racconto «Il naso».
Qual è forse il maggior legame tra Gogol’ e Dostoevskij? La tristezza nei confronti di un potere freddo, una società vitrea, gestita in modo volgare, privo di fantasia. In Gogol’ la condanna è esplicita. Dostoevskij è più propenso ad osservare: il ruolo del giudice è sempre affidato al lettore; le coscienze, del resto, non hanno un polo positivo, non ne possiedono uno negativo.
Curatore e traduttore di molti scrittori russi e ucraini (Tolstoj, Lermontov, Cechov ecc.), Paolo Nori -autore del romanzo «Sanguina ancora. L’incredibile vita di Fëdor M. Dostojevskij», pubblicato da Mondadori nel 2021- proprio in questi giorni è stato protagonista di una vicenda ai limiti del surreale: era stato invitato infatti da un’importante università italiana (la Bicocca) a “rimandare” le quattro lezioni su Dostoevskij che era previsto tenesse in questi giorni, per «evitare ogni forma di polemica, soprattutto interna, in quanto momento di forte tensione».
Stupisce che qualcuno, oggi, ritenga plausibile colpire per ragioni politiche un autore russo, da lungo tempo scomparso e a suo tempo «condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita». Fortunatamente, anche in considerazione del polverone sollevatosi e della risonanza che la stampa nazionale ha dato a questa notizia, l’Università ha deciso di fare retromarcia rispetto alla decisione presa: le lezioni di Nori si terranno come previsto. Questo perché, forse, l’Italia rimane un paese profondamente democratico, dove l’opinione pubblica, su questioni concrete, ha ancora valore.
Ma domandiamoci: dove sanguina, dove termina e riprende, ancora, a sanguinare la ferita?
Libreria degli Asinelli
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(Cortile interno – ingresso dal portone di fianco al “Bar Nuovo”)
Tel. 0332830824
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