Cuvio piccolo “hub“ della solidarietà: famiglie ucraine residenti si mobilitano
Da anni in paese, due nuclei famigliari stanno facendo giungere una ventina di connazionali in fuga dalla guerra. In arrivo 7 donne e 9 bambini che staranno nelle strutture della Cri che hanno accolto nelle passate emergenze
Gente schietta, che lavora dalla mattina alla sera da anni e che ha scelto la nuova casa in Valcuvia: genitori con un impiego, i piccoli che vanno a scuola, nati in Italia e che parlano la nostra lingua alla perfezione. Poi scoppia la guerra nel loro paese, l’Ucraina. Cosa fare?
Succede che si mette in marcia la macchina della solidarietà con le stesse famiglie che sono andate in Comune e hanno chiesto: «Sindaco, cosa possiamo fare per la nostra gente?».
E così la risposta di Enzo Benedusi, primo cittadino della piccolissima Cuvio, non si è lasciata attendere e son cominciati i contatti da un lato con la Croce rossa italiana del Medio Verbano che ha in paese alcuni immobili già impiegati per le passate emergenze legate alle ondate migratorie africane, dall’altro con la prefettura per armonizzare l’arrivo degli inquilini di queste case, individuati in un gruppo di 7 donne e 9 bambini fermi in Moldavia e che ora stanno per mettersi in viaggio verso la nostra provincia.
Ma sono già diverse le persone arrivate a Cuvio nei giorni scorsi.
«Tutto è nato da due famiglie ucraine che abitano qui da noi da anni. Sono due gruppi famigliari composti, uno da due adulti e tre minori, l’altro da due adulti. Hanno seguito con angoscia la situazione legata al loro paese e hanno deciso di aprire le porte delle loro case per ospitare i primi parenti», spiega il sindaco Benedusi.
«Ma, man mano che arrivavano persone, già in paese, si poneva il problema per altri conoscenti e amici bloccati fuori dai confini ucraini e in attesa di sistemazione», racconta il sindaco. Così poco alla volta la scintilla dell’aiuto è diventato fuoco, che scalda i cuori: già giovedì pomeriggio – 10 marzo – arriverà in paese una mamma col suo bambino che starà in un appartamento di proprietà comunale ora vuoto e destinato alle emergenze abitative dei cuviesi.
«Nei prossimi giorni arriveranno altre quattro persone, due donne e due bambini, parenti dei nostri concittadini di origine ucraina», conclude il sindaco, soddisfatto per la risposta data dalle istituzioni e dagli attorni sul territorio che hanno saputo fronteggiare anche questa emergenza.
Altri parenti dei residenti di Cuvio, che abitano a Varese e a Cadrezzate con Osmate, stanno attivandosi per dare seguito ad altrettante richieste di aiuto di chi scappa dalla guerra.
Alla fine il numero di profughi che il piccolo centro della Valcuvia di poche centinaia di residenti sarà in grado di accogliere a brevissimo supera abbondantemente le venti persone, a due settimane dallo scoppio del conflitto.
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