Daniele Zanzi sui “Boschetti” tagliati in autostrada: “Uno scempio evitabile”
L'agronomo varesino di fama internazionale, attivista ed esperto televisivo per tutto ciò che riguarda piante e alberi non ci sta e non esita a scriverlo, e a parlarne a Varesenews

L’agronomo varesino di fama internazionale, ex vicesindaco di Varese, attivista ed esperto televisivo per tutto ciò che riguarda piante e alberi non ci sta “allo scempio” e non esita a scriverlo, come tanti altri, sui commenti di un post della nostra pagina facebook.
Daniele Zanzi non è per niente d’accordo sulle decisioni prese da Autostrade per l’Italia, che ha tagliato una serie di alberi sulla A8 all’altezza di Solbiate Arno “A causa della pericolosità di alcune piante e per rendere più visibile la strada agli automobilisti”: «Capisco che ci siano preoccupazioni per la pericolosità delle piante, ma questo non giustifica una tabula rasa come quella che è stata fatta – spiega Zanzi – Ma in quello spazio c’è un ecosistema, fatto di pioppi, salici, una fauna che stava svernando. Sarebbe bastato togliere le piante che potevano compromettere il traffico. Senza contare che la questione visibilità mi sembra un po’ assurda, francamente».
Dopo i commenti, lo abbiamo raggiunto al telefono perchè potesse precisare quello che sui social si riduce, inevitabilmente a poche righe. E lui ha risposto senza mezzi termini, come è nella sua indole: «Lì hanno fatto uno scempio solo per motivi di economicità: meglio tagliare tutto e rimettere piante nuove che fare un lavoro di precisione. Quello era un bosco naturalizzato: ci aveva messo decenni a crearsi, per non distruggerlo bastava togliere le piante compromesse. La verità è che facendo una pulizia selettiva non avrebbero potuto entrare con le macchine grandi e ci avrebbero impiegato di più. Con il risultato che lì hanno distrutto un ecosistema di pregio per fare posto al nulla».
Zanzi confessa inoltre: «Odio questo periodo: il rumore delle motoseghe fa presagire scempi, che in molti casi si rivelano tali. Ma è la stagione in cui i giardinieri devono trovare lavoro, e i sindaci giardinieri si rifanno vivi. Dovrebbe però essere cura di tutti comprendere che gli ambiti naturali sono fragili da rispettare, tanto più oggi in cui la tendenza non è a loro favore».
Ma è una filosofia applicabile a tutto? In certi casi potrebbe davvero essere impossibile trovare altre soluzioni. Ma Zanzi conclude: «Tutto si può fare, basta volerlo: anche in largo Flaiano, dove hanno tagliato alberi per fare spazio alla tanto attesa rotonda, si poteva fare meglio, con la volontà. Io da vicesindaco sono riuscito a mantenere i tigli ai bordi della caserma Garibaldi, che all’inizio si voleva abbattere per comodità del cantiere. E invece i lavori sono stati possibili anche senza farli morire».
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Fortunatamente Varese si è liberata dell’narcisismo autoreferenziale di quest’uomo, della sua petulante presunzione, della sua immodesta albagia come della sua saccente prosopopea !Grazie sindaco .