La Vigilanza città di Varese ha venduto il ramo d’azienda valori a Mondialpol Como
Il passaggio coinvolge 36 lavoratori che andranno a lavorare a Como. Giuseppe D'Aquaro segretario Fisascat Cisl dei laghi: "Se non c'è un'integrazione dello stipendio, sarà più conveniente la Naspi o il reddito di cittadinanza"
La società Vigilanza città di Varese (Vcv spa), azienda che ha oltre 70 anni di vita, ha ceduto il ramo d’azienda valori alla Mondialpol di Como. L’accordo comprende il passaggio dei lavoratori, dei beni materiali e immateriali necessari per lo svolgimento dell’attività di trasporto, contazione, custodia e deposito valori.
Il passaggio coinvolge 36 lavoratori di cui 12 donne che a partire dal 1 aprile risponderanno alla nuova proprietà. Una decisione che la Vcv spa ha preso per via delle condizioni di mercato non più profittevoli. Una questione di punti vista, considerato che l’acquirente ha comprato per avere nuove quote di mercato sull’asse pedemontano e accrescere in questo modo i ricavi. «Sicuramente in questa cessione qualcuno ci guadagna. Di certo a perderci sono i lavoratori» dice con un filo di ironia il segretario della Fisascat Cisl dei laghi Giuseppe D’Aquaro. «Sia ben chiaro – continua il sindacalista – è tutto legittimo, ma bisogna interrogarsi sulle condizioni poste alle persone per andare a lavorare a Como: 1200 euro lordi di stipendio al mese e un costo di 500 euro netti per il semplice mantenimento del posto di lavoro. O le aziende lo comprendono davvero e si discute seriamente di come salvaguardare i posti di lavoro, altrimenti si parla solo di un licenziamento collettivo mascherato da trasferimento. E io non sono qui a fare il semplice passacarte».
Il contratto collettivo dei lavoratori della vigilanza privata e dei servizi fiduciari è scaduto nel 2015, aspetto che dà alla richiesta di integrazione di quello stipendio, avanzata dal sindacato, il senso dell’urgenza e dell’equità. «Se non c’è un’integrazione dello stipendio, sarà più conveniente la Naspi o il reddito di cittadinanza» conclude D’Aquaro.
La Vcv ha un fatturato di circa 7 milioni di euro (dato bilancio 2020, fonte Made in varese ) e una storia importante iniziata nell’immediato dopoguerra e continuata negli anni con una crescita costante grazie a investimenti in tecnologia e acquisizioni. La società effettua 517mila pattugliamenti e 7000 interventi l’anno, dispone di un centro di contazione valori, un caveau blindato e una centrale operativa che lavora 24 ore su 24.
Appartenevano a questa società di vigilanza Mario Simonetta e Giuseppe Coriglione, le due guardie giurate uccise il 30 gennaio 1999 nel piazzale dell’Esselunga di Induno Olona mentre svolgevano il loro lavoro. Un delitto ancora senza colpevoli. Una targa nel piazzale del supermercato ricorda la loro morte.
Vent’anni fa l’assassinio di Mario Simonetta e Giuseppe Coriglione
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